GIUGLIANO – La protesta a Ponte Riccio degenera in dramma. Un manifestante, C.P. (noto imprenditore della zona) accoltella un altro manifestante, Franco Provvido, 36 anni. L’uomo è stato ferito alla milza. E’ in prognosi riservata all’sopedale San Giuliano di Giugliano. Si teme per la sua salute. (ANSA 14 giugno 2002)
GIUGLIANO 16 giugno 2002- Continua la caccia all’aggressore che l’altra mattina ha tentato di uccidere a coltellate Franco Provvido, 36enne di Giugliano. Gli agenti, coordinati dal vicequestore Alberto Francini, si dicono fiduciosi che presto l’uomo, abbattuto per il folle gesto di cui si è reso protagonista, si consegni alla polizia. Un fatto increscioso quello verificatosi venerdì mattina nei pressi della chiesa “San Matteo Stella Maris” , nell’area di sviluppo industriale (Asi) di Giugliano, meglio nota come Ponte Riccio. La cronaca si arricchisce oggi di particolari agghiaccianti.
I residenti, da tre mesi in lotta contro il degrado della zona e il cattivo funzionamento dell’impianto di cdr, si erano radunati nei locali della chiesa per discutere delle proposte da avanzare al commissario vicario per l’emergenza rifiuti in Campania Giulio Facchi, in arrivo a Ponte Riccio. Un diverbio tra due degli oltre 100 manifestanti degenera in dramma. Qualche spintone e qualche parola di troppo, insulti e poi uno schiaffone che dà inizio alla lite. L’ aggressore corre in auto, parcheggiata nel piazzale antistante l’edificio, prende il coltello e si dirige inferocito verso la sagrestia. La moglie di Provvido, la consigliera circoscrizionale del Prc Tilde Adamo, sbarra la porta nel vano tentativo di fermare l’ira dell’uomo. Ma questi riesce a sfondare l’entrata per poi avventarsi con ferocia contro il 36enne. Il figlio di Provvido, appena 12 anni, prova allora a frapporsi tra l’ aggressore e il padre. Viene però sbalzato in aria dalla furia dell’assalitore. Il resto è storia nota: il bruto conficca la lama del coltello nell’ addome di Provvido che si accascia al suolo sanguinante. Colpito lievemente alla milza.
Doveva essere una “tranquilla” mattinata di protesta. Invece s’ è sfiorata la tragedia. Il ferito è ora fuori pericolo, ma fino a ieri mattina i medici dell’ ospedale “San Giuliano” hanno temuto per le sue condizioni. Solo per pochi centimetri la lama non ha colpito organi vitali, ma le ferite sono state così profonde da indurre i sanitari ad attendere due giorni prima di sciogliere la prognosi. Il 36enne ha chiesto e ottenuto di lasciare il nosocomio. Nei prossimi giorni dovrà sottoporsi ad ulteriori esami.
E’ ancora turbato dell’accaduto il piccolo 12enne che tentato di difendere il padre. A vederlo così, scricciolo scosso, il ciuffo bruno sugli occhi gonfi, tutti hanno sentito una stretta al cuore.
Sullo sfondo del triste episodio, che rischia di compromettere la trattativa sulla questione rifiuti a Giugliano, emergono dissidi politici, incomprensioni, malumori. Il ricercato (si tratterebbe del titolare di un noto albergo della zona), stando ad alcune indiscrezioni, non appoggiava che la protesta fosse sostenuta da Rifondazione Comunista, essendo lui un attivista di Forza Italia (il partito che appoggia il sindaco Antonio Castaldo, al centro delle contestazioni). All’incontro con Facchi, l’autore dell’aggressione (il cui nome è stato già individuato dagli inquirenti) avrebbe richiesto anche la presenza del primo cittadino o quantomeno di un suo consulente. Proposta respinta. Difatti l’indiziato aveva fondato una nuova associazione, “Giugliano per la vita”, che si affiancava a quella promotrice della protesta “Comitato Ponte Riccio”. Non una lite sfociata per futili motivi ma un assalto programmato, covato per lunghi giorni. Di questa opinione anche l’assessore provinciale Corrado Gabriele (Rc): “Quella procurata ai danni del nostro esponente Provvido – dichiara – è stata un’ aggressione perpetuata nel corso dei giorni di protesta e non una banale lite. Dietro questa storia premono interessi fortissimi. Di una cosa siamo certi: la battaglia continua”. L’accusa per il ricercato è di tentato omicidio.