ESCLUSIVA. Nuova inchiesta sul clan Mallardo: 24 indagati. A processo mogli, figli e parenti dei boss

Auto, motorini, quote societarie, immobili, attività commerciali e finanche un’imbarcazione: tutti beni che secondo la DDA i boss e gregari del clan Mallardo avrebbero intestato ai propri familiari per sfuggire ad eventuali misure di prevenzione della magistratura. E’ iniziato stamattina, davanti all’Undicesima Sezione del Tribunale di Napoli, il processo a carico di 24 persone, tutte indagate a piede libero, accusate di intestazione fittizia di beni con l’aggravante di aver favorito il clan Mallardo.

Nell’inchiesta sono indagati mogli, figli e sorelle dei massimi esponenti della cosca egemone a Giugliano. Per i magistrati Antimafia, infatti, gli esponenti della camorra giuglianese per sfuggire ad eventuali sequestri avrebbero intestato parte del tesoretto familiare ai parenti. Si parla di beni mobili ed immobili per milioni di euro di proprietà di Biagio Micillo, Francesco Napolitano, Mauro Moraca, Giuliano Amicone, Patrizio Picardi ed il defunto boss Feliciano Mallardo. Per la difesa, invece, non sussiste l’ipotesi di intestazione fittizia visto che i soggetti indagati sono quasi tutti familiari di primo grado, tant’è che i beni sequestrati nel corso di altre operazioni sono stati restituiti ai legittimi proprietari.

Con questo nuovo processo, che si aggiunge agli altri che hanno colpito l’ala militare del clan Mallardo, la DDA punta a smantellare il potere economico della cosca conseguito grazie alla compiacenza di insospettabili prestanomi che hanno messo a disposizione la ‘faccia pulita’ per creare un impero secondo solo al vecchio clan dei Casalesi.