Oggi come dieci anni fa si continua a sparare al rione Sanità. E’ questa la triste somiglianza tra la faida tra i Misso e i Torino e lo scontro che si sta consumando a colpi d’arma da fuoco tra i Vastarella e i Sequino, due dei gruppi malavitosi che ‘popolano’ il none Sanità. I vicoli non trovano pace. Fortunatamente oggi i morti sono in numero di gran lungo inferiore, ma il rischio di un inasprimento della situazione esiste e, soprattutto, il timore che possano rimetterci la vita anche gli innocenti – riporta Cronache di Napoli.
L’ultimo episodio è quello dell’agguato che provocò la morte di Antonio Bottone ed in cui rimase ferito anche Daniele Pandolfi, entrambi ritenuti vicino agli ambienti dei Vastarella. Un raid avvenuto due settimane fa e che fece seguito al tentato omicidio di Giovanni Sequino, nipote del capoclan, avvenuto a due passi da via Santa Maria Antesaecula. quartier generale dei Sequino. Un legame sul quale gli inquirenti stanno lavorando. Ad avviare il conflitto tra i Vastarella e i Sequino sarebbe stata, secondo gli inquirenti, la morte di Ciro Marfe, avvenuto nell’ambito dell’agguato a Salvatore Esposito, ras del Cavone, e parente di Marfe, che sarebbe stato commesso dai Vastarella.
A ‘riequilibrare’ i conti, sempre secondo le ipotesi degli ‘007’, la morte di Vittorio Vastarella. Due delitti che si sono consumati nello scorso mese di agosto. Da allora però le insofferenze dei Sequino e dei Vastarella sono risultate evidenti agli inquirenti e sarebbero sfociate in altre azioni da fuoco: prima quella ai danni di Giovanni Sequino e poi quella nei confronti di Bottone e Pandolfi. Non sono poi mancate ‘stese’ notturne nelle zone dei ‘nemici”. Moltissime le segnalazioni giunte alle forze dell’ordine, anche se in molti casi non sono stati trovati ne fori ne bossoli. Una situazione di alta tensione, a cui gli investigatori vogliono mettere un freno immediato.
