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venerdì, Marzo 29, 2024
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Inseguito e ucciso, faida nel clan Moccia

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Lo hanno ammazzato con decine di colpi alle spalle, mentre tentava di sfuggire a piedi alla furia dei killer. Il commando è entrato in azione poco dopo le 15 di ieri, massacrando Francesco Fenicia, detto «formaggino», 48 anni, di Grumo Nevano, esponente di spicco del clan Moccia. L’ennesimo omicidio, di chiara matrice camorristica, ancora una volta alla periferia di Orta di Atella, nella zona nord, nei pressi dell’albergo «Antica Atella», sulla strada provinciale che unisce la frazione atellana di Casapuzzano a Marcianise. È il terzo raid di morte in poco più di due mesi, sempre contro elementi del clan Moccia: tre pluripregiudicati, tutti originari di Caivano ma residenti da tempo ad Orta di Atella, uccisi senza pietà, forse per una faida scoppiata all’interno della stessa potente organizzazione criminale di Afragola. Qualcuno avrebbe tentato di mettersi in proprio e sarebbe stato punito con la morte. Ma è solo una delle ipotesi al vaglio degli investigatori: un lavoro reso difficilissimo per il forte clima di omertà che attanaglia la zona. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri del gruppo di Aversa, coordinati dal colonnello Ernesto Di Gregorio, il pluripregiudicato viaggiava a bordo della sua vetturetta 50, quelle che si guidano senza patente, quando sarebbe stato affiancato dai killer, forse due giovani a bordo di una potente moto. Immediata la pioggia di proiettili. Francesco Fenicia, sebbene ferito, ha tentato di scappare, scendendo dalla vettura, trasformatasi in una vera e propria trappola. Inutile la corsa a piedi in una traversina laterale. I componenti del commando lo hanno inseguito e finito senza pietà con altri colpi di pistola 9×21, stesso tipo di arma usata nelle due precedenti esecuzioni. Sul luogo dell’agguato sono giunti anche il comandante della tenenza di Caivano, Nicola Guercia, e il maggiore Fabio Cagnazzo, responsabile del nucleo operativo di Castello di Cisterna. Si tenta di imboccare la pista giusta per questa mattanza che sta insanguinando l’hinterland. Prima di ieri, le armi avevano fatto fuoco il 15 marzo e il 3 febbraio scorsi. A Marzo, ad essere colpito, in via Toscanini, eliminato con quattro proiettili alle spalle e un quinto all’addome, fu Filippo Mancini, 42 anni, di Orta di Atella, pluripregiudicato del clan Moccia, ritenuto il braccio destro del superboss Antonio Cennamo, detto «o’ malommo», capozona per Crispano e Cardito. Un’esecuzione eseguita freddamente sotto gli occhi del fratello della vittima, Giovanni, rimasto per fortuna illeso. Il gruppo di fuoco agì in strada, bloccando, grazie a una paletta di quelle in dotazione alle forze dell’ordine, la Peugeot 305 a bordo della quale viaggiavano la vittima e il congiunto. Il 3 febbraio scorso, a cadere sotto i colpi dei sicari, Francesco Patricelli, detto «Maradona», altro pluripregiudicato di Caivano da tempo ad Orta di Atella, anch’egli legato al clan Moccia. Teatro dell’esecuzione, ancora una volta, via Toscanini, all’interno del bar Chiaroscuro, proprio di fronte al negozio di abbigliamento sportivo New shopping di cui la vittima era titolare.




NICOLA ROSSELLI – IL MATTINO 28 APRILE 2006

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