16.4 C
Napoli
mercoledì, Maggio 8, 2024
PUBBLICITÀ

AMATO IN VISITA ALLA SCUOLA MEDIA «CARLO LEVI» DI SCAMPIA.

PUBBLICITÀ

«Si prevedono oltre mille uomini in più per il controllo del territorio e le indagini,attraverso forze nuove. Il patto per Napoli punta al rafforzamento e alla riorganizzazione permanente dell’ attività di controllo del territorio e investigativa; a una maggiore collaborazione tra le istituzioni,anche a livello finanziario; a progetti di riqualificazione urbana,dall’illuminazione alla videosorveglianza».
Queste, in sintesi, le linee fondamentali del patto “Napoli sicura”, firmato dal Ministro Amato nel palazzo della Prefettura napoletano.

Il Ministro dell’Interno auspica una diminuzione della criminalità, seppur non immediata di certo notevole.

Nel suo discorso ha più volte fatto riferimento alla realtà Secondiglianese che , in particolare per quanto concerne Scampia, è stata più volte sotto gli occhi dei riflettori, continuando, proprio in questi giorni, a riempire le pagine di cronaca nera con storie di omicidi ad libitum.
Per toccare con mano, il Ministro ha scelto di recarsi in una delle scuole locali, la scuola Media Statale “Carlo Levi”, edificata alle spalle del purtroppo noto rione Monterosa.
Lì si respira un’aria completamente diversa; lì salta agli occhi una realtà piuttosto difficile da amministrare e di cui i cittadini hanno una giusta consapevolezza.

Alla domanda “cosa ne pensi di quanto é stato stabilito nel patto per Napoli”,un alunno della scuola “Carlo Levi”,risponde –con un sorriso decisamente sarcastico- che «non ci serve né esercito né video sorveglianza. Noi non siamo in un reality, a noi serve ben altro. Noi giovani, e come noi tutti, qui a Scampia, siamo circondati solo da case, non abbiamo un posto dove riunirci, dove trascorrere del tempo, e così finiamo per strada; così c’è chi ruba o chi fa dell’altro».

Ovunque ci si giri, a perdita d’occhio non si notano che palazzi fatiscenti divisi da lunghi vialoni, scuole e metropolitane ma «non c’è un centro,-asserisce il giovane studente- un’ associazione in grado di accoglierci».

Unica iniziativa, nei giorni scorsi, quella del parroco della Chiesa locale, che per i ragazzi ha dato il via ad un corso di sartoria e moda.

Di certo pur se con un piano in grado di riportare ordine, quello che sconcerta il nostro intervistato e i giovani che quotidianamente vivono questa realtà, è l’indifferenza verso un posto che «non deve essere depurato- continua il giovane- ma reso città a tutti gli effetti.

Noi non vogliamo essere costretti da grandi ad andare via da Secondigliano o da Napoli perché non avremo lavoro o se lavoreremo rischieremo quotidianamente la vita nelle faide di quartiere. Io voglio vivere la mia città, amo Napoli e vorrei magari cambiarla, ma dandole ciò di cui ha bisogno. Servono teatri per esibirci, divertirci; corsi per garantirci un lavoro che altrimenti c’è solo se conosci qualcuno d’importante;non penso che tutto debba risolversi con presidi di sorveglianza. Non è l’unica soluzione possibile.»

Non è l’unica soluzione possibile, e come il sedicenne alunno tanti auspicano un “cambiamento di rotta”; la capacità di riconoscere quanto c’è di buono e valorizzarlo.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Ucciso per un furto nella cassa del clan, rischio stangata per i boss dei Mazzarella

Trent’anni. Questa la richiesta avanzata dal pubblico ministero della Dda per Michele Mazzarella (considerato il reggente dell’omonimo clan) e...

Nella stessa categoria