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LA LEZIONE DI «ZÌ NICOLA»

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RASSEGNA STAMPA DI GIOVEDI’ 23 NOVEMBRE 2006 – Ricca e corposa, la rassegna stampa di giovedì 23 novembre si apre con l’articolo di Salvo Sapio sul Mattino “Sviluppo, Prodi firma il decreto per Napoli”, per poi soffermarsi sui problemi della regione nella spesa dei fondi Ue dove si segnalano l’articolo di Mariano D’Antonio sul Mattino “Occasioni perdute”, l’intervista a Iasia Sales sempre sul Mattino e quella all’economista Ds Nicola Rossi su Repubblica Napoli. Chiudono la rassegna l’articolo su Repubblica Napoli “Trasparenza sugli incarichi pubblici”, l’intervento del neosegretario diessino di Napoli Enzo Amendola “Zona franca a Scampia, ecco perché” e l’articolo di Stefano De Stefano sul Corriere del Mezzogiorno “La lezione di zì Nicola”. È quest’ultimo, senza dubbio, il pezzo forte. La lezione di zì Nicola colpisce “per la crudezza in cui pone la questione, che in molti dopo l’illusione del ‘rinascimento’ degli anni ’90 hanno risolto obbedendo alle due esortazioni eduardiane. Una scorciatoia soggettiva, se vogliamo, ma risolutiva, su cui dovremmo riflettere tutti, prima che sia la città a dimettere se stessa e per sempre”. Zì Nicola è il personaggio muto de Le voci di dentro – da ieri in scena al Teatro Bellini – che ha deciso di non parlare più, di non comunicare più con i suoi simili. Zì Nicola abbandona il campo, si potrebbe dire esce di sena ma senza scomparire. Vi si potrebbe addirittura scorgere una doppia figura, quella di chi “fugge” perché proprio non sopporta più la situazione e quella di chi resta ma si nasconde per fuggire da se stesso. Il problema è che a “uscire” di scena sono spesso i migliori, mentre chi resta, eclissandosi, affievolisce la voce lasciando così spazio agli avvoltoi. A parte Zì Nicola, simpatico e nello stesso tempo sinistro personaggio eduardiano, c’è la Napoli istituzionale che pure esiste. C’è Prodi che mantiene l’impegno verso Napoli e le sue istituzioni firmando il decreto che istituisce l’unità speciale a Palazzo Chigi, c’è l’economista D’Antonio che spiega come il ricorso ai progetti sponda per spendere i soldi Ue sia poco o per niente utile allo sviluppo, c’è Sales che li difende mostrando come il fenomeno sia generale a livello italiano ed europeo, c’è Rossi che punta il dito contro gli errori di programmazione europei e nazionali, che hanno caricato le regioni di compiti gravosi per i quali non erano preparate bene. C’è il giovane Amendola, infine, che difende l’idea di istituire la zona franca a Scampia, scelta, secondo lui, perfettamente in linea con la programmazione europea e la finanziaria in corso di approvazione. Non ultimo e non irrilevante, l’articolo di Repubblica Napoli sulla trasparenza degli incarichi pubblici nel quale si chiede a regione, provincia e comuni di pubblicare sul web l’elenco completo dei consulenti corredato di parcella, di report delle attività svolte e di curriculum vitae. Perché no! La trasparenza è, probabilmente, la migliore strada per uscire dall’inferno del circolo vizioso in cui ci troviamo.

A cura di Tommaso Di Nardo

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