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«Non sono ancora fuori pericolo, lotto per veder crescere mia figlia»: Fabrizio Frizzi racconta il suo dramma

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Fabrizio Frizzi torna a parlare della convalescenza dopo il ricovero di ottobre, le cure continuano e lui lotta soprattutto per amore della figlia Stella, avuta dalla moglie Carlotta Mantovan. In una lunga intervista il conduttore è tornato a parlare del suo difficile percorso dopo i problemi di salute: “Fino al 23 ottobre scorso pensavo ai miei 60 anni come a un’età ideale, in cui sei maturo, puoi fare le scelte giuste, pur sentendoti ancora fresco e giovanile”, ha spiegato, “Dopo la visuale è leggermente cambiata: vedi la vita assottigliarsi, ammesso che continui, si fanno valutazioni importanti sul vivere i rapporti che contano, non disperdi più il tempo, si privilegiano le cose fondamentali”. Tra queste, naturalmente, c’è la famiglia: la moglie Carlotta Mantovan e la figlia Stella sono le ragioni che lo spingono ad andare avanti. In particolare, Frizzi ha spiegato con emozione come la sua bambina sia il più grande incentivo in questo momento difficile. Le sue parole per la piccola, che tra pochi mesi compirà 5 anni, sono commoventi: “Diventare padre in età avanzata, come è accaduto a me, è stata una scelta d’amore e non un atto di egoismo: avendo una compagna tanto più giovane di me, so che Stella è comunque in buone mani e ciò mi fa sentire meglio rispetto alle preoccupazioni legate alla mia anagrafe. Lotto

per continuare a veder crescere la mia creatura, per esserle d’aiuto e un punto di riferimento”. Stella è la sua miglior medicina: “Non so se mia figlia abbia capito quanto è accaduto, abbiamo cercato di proteggerla, ma so che i bambini capiscono molto più di quanto immaginiamo: ogni giorno giochiamo insieme, è il suo modo di sorreggermi, mi dà l’energia per continuare a combattere”. La guarigione non è dunque ancora completamente raggiunta, anche se l’ottimismo è alto. Come ha ribadito al Corriere, l’intenzione è dedicarsi alla lotta comune a questi problemi di salute: “Se uscirò vincitore da questa vicenda, mi dedicherò maggiormente a fare il testimonial per la ricerca scientifica”. Anche il ritorno in televisione è stato terapeutico. Ha infatti dichiarato: “L’aver ripreso il lavoro, una vita simil-normale, mi dà una carica di adrenalina che è una terapia aggiunta a quella medica. È come se, a ogni puntata, mi si installasse un motore iper-turbo: fino a un minuto prima della diretta-differita, posso accusare stanchezza, appena entro in azione tutto sparisce. Certo, speravo che il processo di guarigione fosse più veloce, ma capisco che devo rispettare gli ordini dei bravissimi clinici che mi seguono”.

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