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Rifiuti tossici nelle campagne: 12 condanne

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Sono stati condannati a pene tra i sei anni e i sei mesi di reclusione 12 dei 14 imputati del processo denominato «Terra mia»: si tratta di un gruppo di persone accusate di avere sversato quintali di materiale tossico nelle campagne tra Nola, Acerra e Marigliano. Ieri la sentenza, emessa dai magistrati del collegio penale C del tribunale di piazza Giordano Bruno, presieduto da Salvatore D’Ambrosio. Stando alle accuse, gli indagati avrebbero dato vita ad una organizzazione destinata al trasporto e allo sversamento di rifiuti provenienti da due fabbriche dedite alla lavorazione di rifiuti ferrosi. Secondo gli inquirenti, le aree interessate dagli scarichi non autorizzati erano le zone in aperta campagna alla periferia di Nola, Marigliano e Acerra. Alla base del traffico, gli altissimi costi necessari allo smaltimento autorizzato dei rifiuti pericolosi, a fronte del costo (assai modesto) necessario a scaricare abusivamente in aperta campagna. Alcuni sversamenti sono stati individuati anche a San Vitaliano, oltre che a Cancello. Le aree «preferite» per i presunti scarichi erano però quelle nella zona di Boscofangone, nonché il lagno Gorgone. Più in particolare l’accusa ritiene che venissero scaricate direttamente nel terreno delle balle ferrose, che venivano interrate nelle ore notturne. A chiarire l’intera vicenda il pm di Nola Federico Bisceglia, che per ricostruire il quadro della situazione ha lavorato in stretto contatto con gli uomini della Forestale. Durante le indagini furono effettuati una lunga serie di pedinamenti, allo scopo di osservare direttamente il percorso e la destinazione dei camion che viaggiavano per liberarsi dei vari carichi di rifiuti. Nel procedimento avevano avanzato le loro richieste di risarcimento danni anche alcuni Enti pubblici che si sono costituiti parte civile: il Ministero dell’Ambiente dovrà ricevere a titolo di indennizzo la somma di 50mila euro, altrettanti dovranno essere versati alla Regione Campania. Il Comune di Acerra dovrà ricevere 25mila euro, 15 mila invece spetteranno rispettivamente alle province di Napoli e Caserta. Diecimila euro infine dovranno essere versati nelle casse delle associazioni Legambiente e Verdi Ambiente e Società». Respinte invece le richieste di risarcimento dei Comuni di Nola, San Vitaliano e Marigliano. Incaricati di smontare il complesso castello accusatorio numerosi difensori, tra cui gli avvocati Michele Ragosta, Antonio Pesce e Fortunato Prisco. Gli imputati erano finora tutti incensurati. Ecco l’elenco completo delle condanne: Felice Passariello 6 anni, Antonio Passariello 3 anni, Vincenza Napolitano 2 anni e 6 mesi, Giuseppe Ferrara 3 anni, Nicola De Lucia 3 anni e 6 mesi, Carmine Andrea Perillo 5 anni, Federico De Vito 10 mesi, Saverio Ardolino 6 mesi, Giovanni Nunziata 10 mesi, Gennaro Stanco 4 anni e 6 mesi, Raffaele Simonetti 3 anni. Assolti infine Armando Perillo, Alfonso Alaia e Delio Maselli. Tra le pene accessorie, destinate però ad avere grande importanza per la tutela ambientale, i magistrati hanno imposto ad alcuni dei condannati l’obbligo di provvedere a proprie spese alla bonifica di due terreni: si tratta dell’area situata a Francolise, in località Nocelleto, e dell’area del lagno Gorgone, nel territorio comunale di Acerra. Confiscati infine 7 autocarri utilizzati per portare a termine le operazioni di sversamento. A vigilare sulla corretta esecuzione degli obblighi imposti dalla sentenza sarà l’Arpac: i giudici infatti hanno disposto la trasmissione del verdetto all’agenzia per l’esecuzione dei controlli del caso.




ANTONIO RUSSO – IL MATTINO 06/03/2007

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