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«L’ex sindaco Gerlini paghi i danni»

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Sarebbe «nefasta» la transazione con la Napoletagas approvata il 14 marzo del 2001 dal Consiglio comunale di Giugliano. Lo sostiene il sostituto procuratore generale della Corte dei conti, Antonio Buccarelli, che ipotizza un danno erariale, a suo avviso «evidente». Ammonterebbero a 27.496.153,52 euro il danno patrimoniale e a 13.748.086 euro il danno all’immagine. Il magistrato requirente ha citato in giudizio i sindaci in carica nel periodo 1993-2001 (in pratica Giacomo Gerlini), il dirigente del servzio, l’assessore al ramo, Francesco Mazzucchiello, e i consiglieri comunali che votarono a favore della deliberazione consiliare numero 8: Francesco Mazzucchiello, Giuseppe Agrillo, Alfredo Aprovitola, Giuseppe Di Girolamo, Arcangelo Palumbo, Giovanni Battista Panico, Pasquale Parisi, Giulio Pezzella, Vincenzo Pipolo, Aniello Pennacchio, Tommaso Russo, Luigi Sequino, Umberto Sequino, Raffaele Vitiello, Vittorio Russo. La citazione, che corrisponde al rinvio a giudizio penale, è stata notificata anche al dirigente Vittorio Russo, capo del settore Opere Pubbliche nel periodo 1997-200, nonché rappresentante del comune nella stipula della transazione e funzionario responsabile del parere di regolarità amministrativa sulla proposta deliberativa «incriminata». Dovrà essere processato anche il legale rappresentante della Napoletanags, SpA con sede in Napoli alla via Galileo Ferraris. Il presidente della Corte dei conti, Salavatore Staro, ha fissato il processo per il prossimo 25 settembre. L’udienza pubblica si svolgerà nello storico palazzo del civico 63 di via Piedigrotta, sede della Corte dei conti. La Napoletanagas, in forza della convenzione stipulata nel 1990, ha gestito fino al mese di novembre del 1997 il servizio di acquisto, fornitura e distribuzione dell’acqua potabile ed era anche incaricata dell’accertamento e della riscossione del canone di depurazione e di fognatura. Con la deliberazione consiliare «8», messa sotto accusa dalla Procura regionale, il comune aveva riconosciuto alla Napoletanagas la somma di 3 miliardi di lire, oltre Iva su 6 miliardi di lire da liquidarsi successivamente, quale somma data dalla differenza tra opere ed investimenti realizzati a beneficio della rete idrica comunale (6 miliardi) e stima presuntiva dei canoni di acque reflue e depurazione non riscossi (2 miliardi e mezzo), di cui lire 508 milioni da erogare in due rate da corrispondersi entro il 2001 ed il 2002, con tacitazione di ogni rapporto scaturente dalla convenzione oggetto, con l’atto di transazione, di risoluzione consensuale. Il presunto danno patrimoniale deriverebbe dalla mancata predisposizione, implementazione e manutenzione della rete idrica che avrebbe dovuto realizzarsi in vantaggio del comune, ciò che attiene allo specifico e non contestato indadempimento contrattuale della Napoletangas nella prestazione principale della convenzione del 1990, nella mancata riscossione dei canoni per acque reflue e depurazione e nel versamento di un saldo attivo dedotto in transazione alla Napoletranagas.


SABATO LEO – IL MATTINO 11/02/2007

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