Dall’Italia mancava dal 2004, quando venne ufficialmente dichiarato irreperibile. Ieri è terminata la latitanza di Armando Orlando, 61 anni, l’uomo di fiducia del boss Angelo Nuvoletta. Gli uomini del servizio di cooperazione internazionale della polizia di stato, l’Interpol, coordinata dal questore Guglielmino, lo hanno localizzato a Tenerife, nell’arcipelago delle isole Canarie. E che Armando Orlando avesse forti interessi all’estero era scritto nell’ordinanza di custodia cautelare dell’8 ottobre 2003 nella quale il gip di Napoli afferma che i Nuvoletta, «con imprese direttamente collegate ad alcuni indagati, tra cui Armando Orlando, hanno proceduto alla realizzazione di un intero circuito turistico a Tenerife, in Spagna». E non solo a Tenerife: secondo quanto accertato dagli investigatori nei mesi spesi per localizzare uno dei latitanti inseriti nella fascia alta dei ricercati, Armando Orlando, con il fratello Antonio (anch’egli latitante), aveva interessi economici anche a Panama e Santo Domingo. Attività di edilizia residenziale di alto livello, con operazioni di investimento e reinvestimento di capitali provenienti – queste sono le risultanze investigative – dal traffico di stupefacenti. Uomo di fiducia e parente di Angelo Nuvoletta, il vero boss del clan di Marano, che dette l’ok ai killer del cronista del Mattino Giancarlo Siani, il 23 settembre 1985, Orlando era ricercato per associazione di tipo mafiosa, estorsioni, traffico internazionale di stupefacenti e di armi. Il suo compito, dopo l’arresto del boss, era quello di riciclare il danaro del clan e reinvestirlo per solidificare il patrimonio dell’intera cosca.
MAURIZIO CERINO – IL MATTINO 27 APRILE 2007
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