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Parco Guerra, pronto lo sgombero

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«Ci accamperemo con le tende nel piazzale del Municipio. Non abbiamo altra scelta: tutti i nostri risparmi sono stati investiti nelle case da cui ci vogliono mandare via con la forza». Lo hanno detto ieri mattina al commissario prefettizio, che li ha ricevuti al Comune, i rappresentanti delle famiglie del «Parco Guerra» di via Signorelli, destinatarie delle ordinanze di sgombero per sabato 20 ottobre. Da giugno combattono, a suon di carte da bollo e manifestazioni di protesta, una dura battaglia per dimostrare il loro diritto ad abitare negli appartamenti sequestrati per «lottizzazione abusiva e truffa aggravata ai danni dell’ente pubblico», nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza denominata ”dirty house”. Così, dopo aver occupato nei giorni scorsi il palazzo comunale e bloccato le vie di accesso, ieri mattina sono andati a chiedere aiuto ai vertici istituzionali. «Non possiamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria – dice il commissario prefettizio Nicola Vittorio Alfino – ma stiamo seguendo la vicenda con grande attenzione, sia per questioni di ordine pubblico che per la custodia delle case che dovrebbero essere liberate sabato. Con i pochi uomini a disposizione del comando vigili non siamo assolutamente in grado di garantire le operazioni di sgombero, né la custodia». Il rischio che le case vengano occupate dagli abusivi è reale. I dieci appartamenti sgomberati in un altro condominio, sempre nell’ambito della stessa inchiesta, sono finiti nelle mire di un gruppo di senza tetto. Intanto, ieri mattina, c’è stato un colpo di scena: mentre al primo piano del Comune un gruppo di residenti era a colloquio con il commissario, insieme agli avvocati Francesco Migliarotti e Alfonso Quarto, sul piazzale cresceva sempre più la tensione. Era accaduto infatti che i vigili urbani avevano notificato l’esclusione dal provvedimento di sgombero solo per le famiglie in possesso del contratto di compravendita della casa. In pratica, 30 famiglie potranno restare, per ora, nell’abitazione; ma non le rimanenti otto, ancora sprovviste dell’atto notarile, per le quali diventa esecutivo il provvedimento di sgombero. Alla notizia, come prevedibile, si è sollevato un coro di proteste. «Questa distinzione tra coloro che non hanno il contratto e quelli che ce l’hanno, è assurda – dice Raffaele Volpe – Ci troviamo tutti nella stessa situazione, le case le abbiamo pagate fior di quattrini tutti quanti. Con il contratto e anche senza». «Nessuno di noi è un occupante abusivo – aggiunge Massimo Rocco – Le case ci sono costate anni e anni di duro sacrificio». Placa un po’ gli animi l’intervento dei due legali che ieri mattina hanno notificato la richiesta di rinvio dello sgombero e, tra oggi e domani, se ne dovrebbe conoscere l’esito. Nel caso che la richiesta venga accolta i proprietari avrebbero un po’ più di tempo per dimostrare il loro legittimo diritto a rimanere in casa. Nel frattempo, a Melito, scende in campo nel segno della solidarietà la comunità religiosa della chiesa di Santo Stefano che ieri sera si è stretta intorno al dramma delle famiglie con una preghiera corale. Ieri mattina la visita del gruppo di residenti dal commissario prefettizio, ha allarmato le forze dell’ordine. La polizia ha presidiato il Municipio per tutta la durata dell’incontro temendo proteste e occupazioni. «Non vogliamo essere costretti a dover urlare per far sentire le nostre ragioni – dice Giuseppina Salzano – Si deve dimostrare la nostra buona fede, noi abbiamo acquistato le case sapendo che c’erano tutte le carte in regola». Insomma, è destinata a continuare ancora l’odissea delle famiglie che nel 2005 credevano di aver acquistato la casa per la vita e adesso si ritrovano con l’incubo di finire in mezzo a una strada.



tonia limatola – il mattino 18 ottobre 2007

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