Con i nuovi dati Istat relativi all’anno scolastico 2022/23 la Campania e Napoli sprofondano. La percentuale di dispersione scolastica è una delle più alte del paese e nella maggior parte dei casi mancano i servizi pubblici necessari per fronteggiare il problema.
Dati raccapriccianti degli studenti
La Campania ha una delle popolazioni più giovani del paese con un gran numero degli studenti ma questa gioventù crescendo prende sempre più spesso una strada sbagliata allontanandosi dalla scuola e dal mondo del lavoro. La ricerca effettuata parte dall’età di 0 anni fino ai 24, facendo luce sul percorso scolastico dall’asilo nido fino al diploma e, per i fortunati, fino alla laurea. Il dato che più preoccupa è che il 14% degli studenti napoletani sono Neet, vale a dire che non studiano né lavorano. Può sembrare poco ma se vediamo la media europea del 11% c’è da mettersi le mani nei capelli.
Il problema è alla base
Come sempre il problema sta alla base. Nel territorio di Napoli e provincia, mancano gli asili nido che sono solo il 12,4% quando la media nazionale è circa del 33%. Tutto ciò crea un forte smarrimento nei più piccoli che si ritrovano lanciati nelle scuole elementari senza una giusta preparazione e ciò li porta a restare indietro. Questa costante voglia di recuperare cozza poi con la realtà perchè il 48% degli studenti ha gravi lacune nella lingua madre, ovvero l’italiano, e in matematica. Logicamente questo gap e difficoltà si trascinano con gli anni e portano gli studenti che poi si diplomano, sempre più in calo per via del grande tasso di dispersione scolastica, ad avere una media molta più basso rispetto a quella nazionale, 84% contro 93%.
Vale ancora la pena vivere al Sud?
La domanda sorge spontanea, vale ancora la pena vivere al Sud? Far crescere i propri figli in un contesto del genere di certo non è l’ideale ma c’è ancora una speranza. La chiave per ribaltare la situazione è una, avere una “coscienza regionale”. Ciò vale a dire che bisogna preservare i propri valori e con l’aiuto delle istituzioni insegnarli e tramandarli. Combattere la dispersione si può, l’importante è non essere soli nel farlo.