Procede senza sosta il lavoro della polizia di Torino per identificare i militanti di estrema destra che sabato sera hanno aggredito il giornalista de La Stampa Andrea Joly. L’aggressione è avvenuta fuori dal circolo Asso di Bastoni, in via Cellini, quartiere San Salvario, mentre stava faceva delle foto e girando dei video con il suo smartphone.
Le indagini della Digos si stanno concentrando sui filmati, almeno tre, acquisiti in queste ore e che hanno immortalato la scena del pestaggio. L’attività investigativa ha già portato all’identificazione di un 45enne e un 53enne, entrambi militanti di CasaPound Torino, che all’Asso di Bastoni fa base.
I due, con alle spalle precedenti legati alla loro militanza politica, sono stati riconosciuti dalla vittima e denunciati per violenza privata, lesioni personali. Accuse con l’aggravante del reato commesso “per agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi“, che abbiano tra i loro scopi la “discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso“. Ma gli investigatori vogliono chiudere il cerchio. Contro Joly si sarebbero scagliati altre persone, almeno quattro, che potrebbero esse identificate già nelle prossime ore.
Inizialmente, secondo quanto ricostruito, in due si erano avvicinati, con fare minaccioso, al giornalista, che, incuriosito di vedere intorno alla mezzanotte tutte quelle persone che accendevano fuochi d’artificio e fumogeni in mezzo alla via, aveva iniziato a fotografare e riprendere. Sabato all’Asso, ribattezzato dai frequentatori come “il pub più odiato di Torino”, si erano dati appuntamento in oltre centosessanta persone, per festeggiare il compleanno del circolo, 16 anni.
CasaPound Italia ha intanto invitato Andrea Joly alla festa nazionale Direzione Rivoluzione, che si terrà dal 5 all’8 settembre a Grosseto. Un invito, per il giornalista e l’europarlamentare Ilaria Salis a un dibattito sulla violenza politica. “Se Joly non cerca solo visibilità ma vuole esprimere le sue opinioni sul nostro movimento, lo invitiamo a farlo direttamente con noi. Presentandosi a una festa, qualificandosi e senza filmare di nascosto anche i minori presenti. In questi anni, le nostre porte sono sempre state aperte per dibattiti con giornalisti noti come Mentana, Formigli e Sansonetti“.
L’Asso di Bastoni si difende dagli attacchi
“Abbiamo sempre sostenuto che la stampa debba essere libera. Siamo anche contro la censura, cosa che tanti a favore della libertà invece ora invocano“. Sull’aggressione viene sottolineato che “proprio a difesa della libertà di stampa bisogna però cercare la verità. Essendo ormai appurato che il giornalista non si è qualificato come tale, come avrebbe fatto qualcuno ad aggredirlo perché giornalista? Cosa c’entra il giornalismo?“, proseguono dall’Asso aggiungendo che i “video online sono stati tagliati in due momenti“.
Continuano intanto gli attestati di solidarietà bipartisan al giornalista. Mentre il Coordinamento antifascista torinese sostiene che dal governo Meloni sono arrivate solo parole di circostanza. “A Torino – dicono – le violenze e le prevaricazioni fasciste, dall’Università ai territori, sono all’ordine del giorno, con la tolleranza di fatto delle forze dell’ordine“.

