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giovedì, Aprile 25, 2024
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Nipote del boss ucciso nell’agguato, festeggiava il compleanno in strada a Foggia

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Agostino Corvino è morto in un agguato avvenuto verso le 21 in viale Giotto a Foggia. Il pregiudicato e venditore stava festeggiando il suo 50esimo compleanno davanti ad un chiosco di bibite in viale Giotto dove è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola all’addome. Sull’asfalto i poliziotti della squadra mobile hanno rinvenuto 14 bossoli calibro 9 corto. La vittima era nipote del capo clan Raffaele Tolonese, ritenuto elemento di spicco della ‘Società Foggiana’, batteria Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese.

L’uomo venne arrestato a luglio 2013 nell’ambito dell’operazione ‘Corona’ per l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, ricettazioni, spaccio di stupefacenti e sequestro di persona. Gli investigatori ritengono che l’omicidio sia maturato nell’ambito della criminalità organizzata foggiana. Con Corvino sale a 13 il numero degli omicidi nel Foggiano dall’inizio dell’anno ad oggi.

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LE MAFIE IN PUGLIA

La DIA, nella sua relazione, ne individua 3 articolazioni principali: la società foggiana, la mafia garganica e la malavita cerignolana. La prima si muove prevalentemente nella città di Foggia con le sue tre “batterie”: Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Le cronache locali raccontano di guerre spietate a colpi di morti ammazzati, ma anche di lunghe tregue, funzionali alla pianificazione degli spazi di influenza per quelli che sono gli affari delle famiglie: racket delle estorsioni, usura, riciclaggio, gioco d’azzardo e droga. Il Gargano invece è la terra dei “Montanari”, passati dall’abigeato al traffico di droga, fatta arrivare dall’Albania o coltivata in loco, senza però perdere la loro “primitiva” spietatezza.

LA MALA NELL’IMPRENDITORIA

Il prefetto di Foggia Maurizio Valiante ha adottato un’interdittiva antimafia nei confronti di un’impresa che esercita l’attività agricola e di commercializzazione di prodotti agricoli.  A seguito di un’attività istruttoria accurata condotta dalle Forze di polizia, dalla Dia e dal relativo Gruppo interforze antimafia, è emerso infatti l’inserimento della suddetta impresa nel circuito delle agromafie che fanno capo alla consorteria mafiosa della “società foggiana”.

Il provvedimento si pone a tutela dell’economia legale, e della garanzia della sana concorrenza tra le imprese, impedendo alla società “infiltrata” di contrarre con la pubblica amministrazione, preservando in tal modo i settori produttivi e la stessa economia del territorio.

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