Ai Campi Flegrei c’è magma almeno fino a 20 km di profondità. A rivelarlo, un nuovo studio scientifico dell’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha svelato nuovi segreti della caldera dei Campi Flegrei, il sistema vulcanico situato a Nord-ovest della città di Napoli.
Le immagini ottenute forniscono una visione della struttura interna dei Campi Flegrei, migliorando la comprensione dei meccanismi che governano il vulcano. Lo studio, dal titolo “3D magnetotelluric imaging of a transcrustal magma system beneath the Campi Flegrei caldera, southern Italy”, è stato condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con l’Università di Oxford, il Trinity College di Dublino e l’Università di Monaco di Baviera ed è stato appena pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment.
Sotto i Campi Flegrei il magma è presente fino a 20 km di profondità, i dettagli del nuovo studio
Gli scienziati si sono serviti di una nuova tecnica d’indagine, ossia una nuova tomografia magnetotellurica tridimensionale che ha fornito una immagine della struttura interna della caldera dei Campi Flegrei fino a 20 km di profondità, una soglia mai investigata prima. Questo studio fornisce informazioni dettagliate sull’intera struttura della caldera, compresa la sua parte sommersa, offrendo nuove informazioni cruciali sui processi magmatici che regolano il sistema vulcanico.
Roberto Isaia, ricercatore dell’INGV e primo autore dello studio, ha dichiarato: “I Campi Flegrei possono rappresentare un rischio naturale a causa della potenziale capacità di generare eruzioni. Per questa ragione è fondamentale un’accurata e costante comprensione della loro dinamica interna. A tal fine, il nostro studio è stato condotto con l’obiettivo di ricostruire l’architettura interna del sistema magmatico del vulcano fino a 20 km di profondità, identificando la posizione e le caratteristiche delle zone di accumulo di magma per comprenderne meglio i meccanismi di trasferimento attraverso la crosta terrestre”.
“Con questo studio rimodellata la caldera vulcanica”
“L’immagine tomografica è stata ottenuta grazie a un’analisi avanzata dei dati, processati con tecniche di modellazione numerica all’avanguardia”, aggiunge Antonio Troiano, ricercatore INGV e co-autore dello studio. “La capacità di rilevare zone con caratteristiche fisiche differenti fino a 20 km di profondità è un significativo passo avanti nella definizione del sistema magmatico flegreo e delle possibili vie di risalita per il magma e per i fluidi vulcanici”.
“Indagare i Campi Flegrei non è stata solo una sfida scientifica, ma anche logistica e tecnologica. L’area è densamente abitata e soggetta a forti interferenze elettromagnetiche di origine antropica, che rendono l’acquisizione dei dati un’impresa complessa. Abbiamo sviluppato protocolli di acquisizione innovativi per garantire dati di alta qualità nonostante il contesto urbano”, sottolinea Maria Giulia Di Giuseppe, ricercatrice INGV e co-autrice dello studio.
L’attuale fase di unrest dei Campi Flegrei e le preoccupazioni connesse rendono questa ricerca di estrema attualità. “Comprendere l’architettura interna del vulcano”, spiega Roberto Isaia, “è essenziale per valutare i processi in atto e fornire indicazioni utili alla comunità scientifica e alla gestione del rischio”.