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martedì, Maggio 7, 2024
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Alleanza di Secondigliano, rimossi altri due altarini dedicati al clan

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Prosegue la rimozione degli altarini della camorra. Altre due opere rimosse e riconducibili al clan Contini, colonna portante dell’Allenza di Secondigliano. I due manufatti sono stati rimossi in via via Generale D’Ambrosio 38, l’altro in via Filippo Maria Briganti 52 al Rione Amicizia. Sul posto gli agenti della polizia municipale guidata dal Comandante Ciro Esposito. Già la scorsa settimana furono abbattuti due altarini dell’Alleanza, e con queste sono salite a undici edicole votive sequestrate dalla Procura di Napoli lo scorso anno, tutte dedicate a personaggi del clan.  Nei prossimi giorni – secondo un cronoprogramma già stilato dal Comune – saranno abbattuti anche gli altri sette altarini, tra questi anche uno che è sorto su un’opera di rilievo storico come l’acquedotto romano dei Ponti Rossi.

L’articolo precedente: le chiavi delle chiese alla suocera dei boss

I summit dei boss dell’Alleanza di Secondigliano sarebbero stati condotti nelle chiese. A parlare, con gli inquirenti della DDA, il 6 luglio 2021, è il collaboratore di giustizia Teodoro De Rosa, che ha contributo in maniera determinante a fare luce su uno spaccato inquietante che vede addirittura la camorra strumentalizzare le funzioni religiose. Dalle feste organizzate per celebrare i santi e la Madonna e alle questue per chiedere il “pizzo” a commercianti e condomini. I dettagli sono emersi nel decreto di sequestro firmato dai pm della Dda di Napoli Ida Teresi, Alessandro Converso e Antonella Serio.

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LA SUOCERA DEI BOSS DELL’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO

“…La donna ha le chiavi delle chiese; si sono fatti anche appuntamenti di camorra in queste chiese: una volta io stesso ho accompagnato Patrizio Bosti per un appuntamento con Giuseppe Ammendola nella chiesa di San Giovanni e Paolo. Il fatto risale a quando accompagnavo Bosti a firmare”, dice il collaboratore di giustizia.

La donna a cui si fa riferimento, che ha chiavi delle chiese, è la suocera di tre boss dell’Alleanza di SecondiglianoPatrizio Bosti, Francesco Mallardo ed Edoardo Contini. De Rosa spiega che le questue per la Madonna dell’Arco, festività a Napoli, vengono organizzate “…Già parecchi mesi prima della festa canonica, che cade intorno a Pasqua…” perché “…commercianti nonché condomini devono versare obbligatoriamente come ‘pizzo’. E’ ulteriore rispetto alle somme a titolo estorsivo già imposte. Mi spiego: i condomini sono costretti a iscriversi all’associazione religiosa e per questo pagano una quota fissa; poi, devono versare la questua in occasione di ogni processione. Allo stesso modo, i commercianti versano sia la quota fissa sia all’associazione religiosa sia la questua in occasione del singolo rito…”.

LE CAPPELLE VOTIVE DEI RAS

De Rosa si soffermare sul fatto che ciascun referente di zona dell’Alleanza di Secondigliano ha una cappella “… E che i soldi raccolti vanno alle famiglie del mafioso di riferimento della cappella. Per cui capita che una singola processione faccia più soste dinanzi a diverse cappelle e così raccoglie il denaro destinato alle diverse famiglie mafiose a cui sono riferibili le singole cappelle votive...”. Le bandiere usate durante le processioni recano i nomi delle varie famiglie mafiose, come Bosti, Contini e altre, bandiere, dice Teodoro De Rosa, rispondendo alle domande degli inquirenti “…Sono conservate nelle chiese, gestite dai preti…”.

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