Clan Amato-Pagano e pompe funebri, l’imprenditore Moio torna libero. La 12esima sezione (collegio C) del Tribunale del Riesame di Napoli annulla la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa nei confronti dell’imprenditore Eduardo Moio. L’uomo di Marano arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa lo scorso 8 giugno. L’imprenditore finì nell’ambito di un’operazione della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza condotta nei confronti di esponenti del clan Amato Pagano e di colletti bianchi vicini agli Scissionisti. Secondo la Procura partenopea l’imprenditore avrebbe fatto affari grazie all’appoggio della criminalità organizzata.
“MOIO NON SI E’ MAI SOTTOMESSO AL CLAN”
Per i difensori di Moio, gli avvocati Sergio Pisani e Vincenzo D’Auria, invece, il loro cliente “non si è mai sottomesso ai voleri del clan. Mai assumendo una posizione di monopolio grazie all’aiuto del clan. Secondo i due legali, Moio, si sarebbe addirittura di opposto alla criminalità organizzata, denunciando il clan Cesarano, nell’ambito do un’altra vicenda giudiziaria. La Dda, infatti, lo scorso gennaio aveva già chiesto (e ottenuto) l’archiviazione del procedimento nei confronti dell’imprenditore di Marano, ricordando nell’istanza le denunce presentate contro i Cesarano. Il processo stabilirà se Moio sia stato vittima o complice della criminalità organizzata. Il clan Amato-Pagano, da sempre, interessato al business delle onoranze funebri.
Tra i business che secondo i magistrati erano gestiti dal clan Amato-Pagano a Melito c’era anche quello del servizio di onoranze funebri. Un settore, quello dei funerali, che già in altre inchiesta ha visto le infiltrazioni della camorra. Anche in questo caso, secondo i magistrati, ci sarebbe stata una “gestione monopolistica, tale da impedire l’ingresso ad altre imprese concorrenti presenti sullo stesso territorio o su territori limitrofi”.
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