[nextpage title=”Le accuse all’affiliato al clan Verde”]C’è anche un affiliato al clan Verde tra i 23 indagati per la maxi frode fiscale nel settore edilizio scoperta dalla Guardia di Finanza di Rimini. Un 48enne residente in città, ma originario di Sant’Antimo , con alle spalle diverse condanne definitive per associazione a delinquere di stampo mafioso e altri reati del codice antimafia.
Non è lui il vertice della truffa che ha consentito l’evasione di oltre 2 milioni di imposte attraverso un giro di fatture false sul trasporto di ghiaia, sabbia, e altri materiali inerti.
Altre due persone sono finite in carcere, e due ai domiciliari. Ma nell’ordinanza del gip Vinicio Cantarini, riportata da RaiNews, Verde è accusato di aver intestato a un prestanome la sua ditta di costruzioni per eludere l’interdittiva antimafia emessa dal prefetto. L’azienda è stata sequestrata.
[nextpage title=”Indagine sui materiali inerti”]Alle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica e la collaborazione dei Comandi Provinciali di Venezia, Ferrara, Forlì, Roma, Chieti, L’Aquila, Caserta, Napoli e Messina, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini traendo in arresto 4 soggetti (di cui 2 in carcere, 2 ai domiciliari). Contestualmente è stato eseguito un Decreto di sequestro preventivo di5 complessi aziendali per i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e trasferimento fraudolento di valori, nonché, contestualmente, è stata eseguita una misura ablatoria per equivalente di beni sino all’importo di euro 2.183.474, pari al profitto delle ipotesi di reato di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Nel corso dell’operazione sono state eseguite 44 perquisizioni su tutto il territorio nazionale.
[nextpage title=”Vera e propria filiera societaria fraudolenta”]L’indagine nata dall’approfondimento di documentazione acquisita presso numerosi soggetti economici e riguardante anomale operazioni di trasporto di materiale inerte, ha portato all’individuazione di una vera e propria filiera societaria fraudolenta che ha realizzato un vorticoso giro di fatture soggettivamente false, dal 2018 al 2021, arrivando ad evadere oltre 2 milioni di euro di imposte.
[nextpage title=”Fatture per operazioni oggettivamente inesistenti”]
La puntuale ricostruzione effettuata dalle Fiamme Gialle riminesi, ha permesso di accertare (allo stato sotto il profilo della gravità indiziaria) che una società con sede nella provincia di Rimini, amministrata di fatto da un soggetto gravato da precedenti penali e carichi pendenti per reati tributari, operante nel settore del trasporto di merci su strada e commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, negli anni d’imposta dal 2018 al 2021 ha annotato in dichiarazione elementi passivi fittizi derivanti dall’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, emesse da ditte individuali e società con sede legale nelle province di Ferrara, Rimini, Roma, Chieti, Caserta e Napoli, per un imponibile complessivo di circa 5 milioni di euro.