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giovedì, Maggio 9, 2024
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Arrestato per un residuo di pena, detenuto finisce in ospedale al Cardarelli: “Lo hanno picchiato, sia fatta chiarezza”

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Arrestato lo scorso 2 giugno giugno dai carabinieri in condizioni di salute fisiche giudicate ottimali, la famiglia lo ritrova qualche giorno dopo in ospedale con con il volto tumefatto, lividi su diverse parti del corpo, denti e sopracciglia spaccate. Un vero e proprio pestaggio, ancora avvolto nel mistero sul dove, quando e perchè sia successo. La storia ha per protagonista Aniello Arvorio, 48enne originario di Cicciano, arrestato dai militari dell’Arma perchè su di lui pendeva una condanna di carcere a 6 mesi per evasione dei domiciliari nel lontano 2009 a seguito di una rissa in cui all’epoca fu coinvolto.
Aniello, soggetto fragile perchè dipendente da alcool dopo aver attraversato il tunnel della droga, è attualmente ricoverato all’Ospedale Cardarelli ma il fratello e la sorella si dicono allo scuro sulle sue condizioni di salute e, dopo oltre una settimana, ancora su quanto effettivamente accaduto. Giuseppe, fratello di Aniello Arvorio, ricostruisce a InterNapoli.it la vicenda, con una premessa che fai lui stesso. “Dal momento della notifica di questo residuo di pena da scontare – afferma Giuseppe – noi familiari abbiamo negato il consenso all’accesso alle misure alternative al carcere vista la dipendenza da alcool e prima per droga. Avendo nostra madre malata oncologica, fargli scontare i domiciliari nella nostra casa di Cicciano sarebbe stato problematico”. La scelta, prosegue Giuseppe Arvorio, celava in sè anche un’altra ragione: dare uno sprone ad Aniello, permettergli di ricominciare la sua vita più serenamente dopo aver pagato il suo debito con la giustizia e magari superato i suoi demoni. “Ciò però ci ha fatto venire i sensi di colpa”, ammette Giuseppe.

L’accaduto

Ed eccoci al giallo del suo pestaggio, su dove sia avvenuto, sul perchè e su quali cure Aniello Arvorio abbia ricevuto o, in modo parallelo, non ricevuto. Giuseppe, suo fratello ricorda: “Il 2 giugno scorso mio fratello Aniello viene prelevato dai carabinieri di Cicciano, a casa nostra, verso le 8 del mattino, con tutti noi già svegli e lucidi, compresi i vicini di casa che vedono Aniello lucido”. Il fratello di Aniello prosegue: “C’è anche la testimonianza dei carabinieri, che vedono in caserma mio fratello in buone condizioni attestate dalle foto segnaletiche e non ci sono referti di ferite o pestaggi”. Passano alcuni giorni e il quadro cambia radicalmente. Aniello, sono convinti tutti, è al Giuseppe Salvia di Poggioreale per scontare la pena inflittagli. Sempre Giuseppe Arvorio.  “Il 6 giugno sera, attorno alle 20.45, veniamo avvertiti da una telefonata dai carabinieri di Cicciano che nostro fratello è ricoverato al Cardarelli per tachicardia, senza dirci altro Il giorno dopo ci rechiamo al Cardarelli consentendo a una sola persona di andare, mia sorella Antonella”.
Appena la donna vede disteso sul letto suo fratello Aniello, resta a dir poco basita: Aniello è in condizioni serie, altro che ricoverato per tachicardia  non c’entrava nulla, Tumefazioni al volto, sopracciglia spaccate, denti spaccati, lividi e addirittura. Addirittura porta un pannolone e non può dire niente perchè sotto psicofarmaci, la testimonianza fornita da Antonella poi riportata al fratello Giuseppe. Le spiegazioni sull’accaduto dei sanitari? “Insufficienti nonostante mia sorella stesse per svenire a causa di quella visione” – risponde Giuseppe – Si sono limitati a dire che per i traumi il riferimento era l’Ospedale del Mare dove, scopriamo poi, Aniello è stato portato il giorno 4 giugno con la famiglia completamente allo scuro.

Gli interrogativi e le responsabilità eventualmente da accertare

In questo modo deve essere trattato un detenuto e a maggior ragione una persona fragile dipendente dall’alcool come Aniello? Evidentemente no, al di là delle responsabilità su cui va fatta chiarezza. Per questo, sottolinea GIuseppe,  la famiglia si è già “rivolta a un avvocato con l’obiettivo di inoltrare un esposto contro ignoti alla Procura di Napoli poi presentato; anche i carabinieri ci hanno ascoltato. Si tratta di una situazione assurda, dal giorno 2 al giorno 4 giugno c’è un buco su quanto accaduto all’Ospedale del Mare, nessuno ci dà notizie cliniche certe di Aniello ancora oggi. In conseguenza a quanto successo, mio fratello ha lesioni alla milza e a un rene. I dottori non possono sciogliere la prognosi, non possiamo fare nulla ed essendo familiari di un detenuto dobbiamo rispettare delle restrizioni”.
Troppo poco per Antonella, Giuseppe e gli altri cari di Aniello Arvorio. Ancora Giuseppe dichiara: “Qualsiasi siano le ragioni, una cosa del genere non può assolutamente accadere perchè noi il giorno 2 giugno lo abbiamo consegnato nelle mani dello Stato, al Carcere di Poggioreale che ha la responsabilità di fargli fare la detenzione nel modo più civile possibile, non è spiegbile che mio fratello sia ancoraa in queste condizioni. Spero verrà fatta luce sulla faccenda e per questo motivo ci siamo rivolti al garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello”. Resta la domanda? In 48 ore cosa è successo ad Aniello? Dove è avvenuto il pestaggio? Chi ne è responsabile? Chi non ha controllato? Con l’intenzione di non accusare nessuno senza prove, le domande poste appaiono legittime. Conclude Giuseppe. “Ci stiamo attivando su tutti i canali per fare in modo che mio fratello sconti la pena in una comunità che lo possa aiutare. In quelle condizioni non può andare in carcere. Speriamo che non ci siano danni permanenti o a organi vitali dopo quello che ha subìto”. 

Le parole del garante regionale

“Il pestaggio non è presunto, c’è. Dobbiamo verificare dove, quando ma le condizioni di Aniello fanno capire cosa gli sia capitato’‘ afferma il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello a che sta seguendo il caso incontrando la famiglia. “Il medico che lo ha in cura mi ha detto che Aniello Arvorio si è fatto una doccia autonomamente e che ha mangiato qualcosa ricevendo le rassicurazioni che in queste ore possa ricevere una valutazione chirurgica. Il caso però resta,  con protagonista una persona che ha bisogno di un luogo fisico di cura e non al carcere di Poggioreale, posto che non dà risposta a chi deve curare una dipendenza da alcool, da droga o sconta problemi psichiatrici. Quanto accaduto è misterioso, dal giorno 2 al giorno 6”. Samuele Ciambriello infine annuncia: “Sto per chiedere ufficialmente l’iter sanitario alla direzione sanitaria del carcere di Poggioreale. A me interessa che Aniello stia bene, in pieno possesso delle sue capacità augurandomi per lui che appena starà bene non sconterà la pena in carcere. Mi sono attivato assieme alla famiglia per individuare una comunità di accoglienza per la cura di chi ha una dipendenza dall’alcool. Chiederò pure alla direzione del carcere di ricostruire l’accaduto, cosa sia successo. Giustizia e verità per il caso di Aniello Arvorio”.
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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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