Arsenale in un garage a Soccavo, blitz della Mobile: arrestato Giuseppe Petrone

Un vero e proprio arsenale. Quello scoperto dagli uomini della squadra mobile e dai colleghi del commissariato Dante. Gli agenti, nel corso di indagini relative alle attività criminali dei sodalizi della zona occidentale, hanno effettuato un controllo all’interno di un garage di via Epomeo. I poliziotti hanno così scoperto due nascondigli, ricavati all’interno di un’autovettura in stato di semiabbandono e all’interno di uno degli uffici dello stesso garage, dove sono stati rinvenuti 23 panetti di hashish ed altra sostanza dello stesso tipo per un peso complessivo di circa 2,5 kg, 2 confezioni di cocaina per un peso complessivo di circa un kg, un fucile mitragliatore modello Uzi cal. 9 x 19, verosimilmente di provenienza israeliana, con matricola abrasa e completo di caricatore, un revolver marca Astra cal. 357 magnum con matricola abrasa, cinque pistole semiautomatiche clandestine, di varie marche e calibro, tutte cariche e pronte all’uso, 83 cartucce di vario calibro e 20mila euro. Per tali motivi, i poliziotti hanno arrestato il 35enne Giuseppe Petrone, gestore di un noto bar al Vomero e ritenuto essere il custode dell’arsenale e della droga, essendo a lui riconducibile in via esclusiva l’ufficio dove era occultato parte del materiale caduto in sequestro. L’uomo, che dovrà spiegare la provenienza delle armi, è stato condotto al carcere di Secondigliano. I Petrone balzarono agli onori delle cronache nel novembre scorso quando il fratello di Giuseppe, Raffaele, fu accusato del ferimento di Luca Mangiapia, gambizzato qualche giorno prima a Pianura (leggi qui l’articolo). Ferito per una vendetta, uno ‘sgarro’ come si dice negli ambienti criminali: Mangiapia era infatti accusato di aver compiuto un furto in danno proprio di Giuseppe Petrone. Una sorta di mini guerra familiare visto che la vittima e Petrone sono anche cugini.