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Uccide il fratello e getta giù la testa: “Delle voci mi hanno detto di farlo”

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Ha confessato di aver ucciso il fratello Annibale Miarelli (68 anni) perché improvvisamente delle voci gli avrebbero detto di decapitarlo. E’ questa la motivazione fornita da Benito Miarelli (57 anni) nel corso dell’interrogatorio dinanzi al gip nel carcere di Benevento, dove l’uomo è rinchiuso dopo l’orribile vicenda di cui è stato protagonista a Pannarano.

Intanto la procura sannita ha conferito l’incarico al consulente Emilio D’Oro per eseguire l’autopsia sul corpo della vittima e di verificare la conformità delle ferite trovate sul cadavere con l’arma del delitto.

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Pochi dubbi suula dinamica, mentre il movente resta un mistero, soprattutto dopo le dichiarazioni dell’assassino. “Si l’ho ucciso – avrebbe detto l’assassino al gip – perché all’improvviso ha sentito delle voci che mi hanno detto che dovevo ammazzarlo”. Ha fatto riferimento ad un ordine ricevuto da Sant’Antonio, poi ad alcune voci e ha spiegato il motivo: era convinto che Annibale fosse posseduto dal diavolo e che l’unica possibilità di allontanare il demonio anche sa de stesso era quella di ammazzare il fratello.

Annibale Miarelli era un ex operaio in pensione tornato nel paese dove era cresciuto da circa sei mesi, dopo che aveva a distanza di poco tempo perso prima un figlio e poi la moglie. I vicini quella notte udirono delle urla ma pensarono alla solita lite tra i due fratelli. Poi il silenzio, prima dell’orribile assassinio: il 68enne fu ucciso e decapitato mentre era a letto: la sua testa fu poi gettata giù dal bacone dal fratello Benito che attese l’arrivo dei carabinieri a cui si consegnò senza opporre resistenza.

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Redazione Internapoli
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