Respirava a fatica e piangeva di dolore Mattia (nome di fantasia) quando i medici del Santobono l’hanno steso sulla barella. Erano le 7.30 di ieri quando il piccolino, di soli 9 mesi, è arrivato nel nosocomio napoletano con diversi ematomi e lesioni su tutto il corpo. «Il bimbo – raccontano i sanitari a ‘Il Mattino’ – è arrivato in pronto soccorso pieno di lividi, con uno zigomo gonfio, lesioni alla bocca e al cavo orale da cui perdeva sangue».
Insieme al bimbo al Santobono erano con lui presenti la mamma e la nonna paterna. Assente, invece, quella materna. Affidataria, quest’ultima, del piccolo e di suo fratello gemello. Secondo quanto raccontato dai familiari, il neonato era in quelle condizioni a causa di alcune patologie di cui soffriva. L’intera vicenda, però, è al vaglio della Procura dei minori che ha disposto l’intervento della polizia.
Bimbo ricoverato al Santobono, le sue condizioni
I medici, in seguito ad una consulenza neurochirurgica, hanno individuato dei drenaggi al cranio per una pregressa frattura occipitale riscontrata agli inizi di marzo. In quei giorni infatti, Mattia fu assistito al Santobono per la cosiddetta ‘sindrome da scuotimento’. Per questo motivo, i genitori persero l’affidamento a favore della nonna. Ad oggi, purtroppo, il quadro resta preoccupante: fratture, recenti e multiple, sfiancamento dei bronchi compatibili con il dolore patito, ematomi, trauma allo zigomo e una emorragia sub linguale. Il piccolo è ricoverato in rianimazione. Mattia però è forte e così, i medici, non hanno dubbi sul fatto che ce la possa fare. Il fratellino gemello, invece, è temporaneamente affidato ad una casa famiglia.
L’intervento degli agenti
Nella notte tra martedì e mercoledì, gli agenti si sono recati nell’appartamento in cui i due neonati vivevano insieme ai nonni affidatari e alla loro mamma. Un’azione, questa, per eseguire accertamenti sullo stato di salute dei due gemellini e valutare la possibilità del loro affidamento. Va precisato, però, che il provvedimento non muove nessuna denuncia. Secondo la nonna, racconta ‘Il Mattino’, le patologie «hanno provocato i lividi e i problemi fisici del piccolo che non è mai stato toccato da nessun familiare, tantomeno dalla mamma anche lei provata dalle gravi patologie del neonato per le quali da mesi effettuiamo visite mediche da pediatri e specialisti». Il racconto non sembra però essere compatibile con il responso della Tac, elemento chiave per lo svolgimento delle indagini.
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