Sospettava che il suo capo-piazza facesse il doppio gioco perciò il boss 48enne Salvatore Cipolletta, detto Sputazzella, avrebbe sparato al suo affiliato. Il gruppo delle case popolari è tutt’ora in guerra contro il clan Ferretti per il controllo dello spaccio di droga a Pomigliano.
La sera del 29 agosto i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna intervennero nella clinica Villa Dei Fiori in seguito alla segnalazione di una persona ferita. Poco prima si presentò in ospedale il 51enne Salvatore Bitondo, detto ‘o marziano (in foto), che venne medicato per una ferita di arma da fuoco. L’uomo era a bordo di una Panda quando fu ferito alla gamba da un colpo di pistola esploso da un’altra Fiat giunta nel rione 219 a Pomigliano.
“Appena vendi un pezzo ti uccido”, le minacce del boss Cipolletta
L’agguato in via Jan Palach è stato ricostruito dal gip del Tribunale di Napoli nell’ordinanza di custodia cautelare emessa contro i clan di Pomigliano. Tre giorni prima del raid il 48enne Cipolletta, zio dell’altro capoclan Olindo ‘Vincenzo’, avrebbe minacciato il suo capo-piazza. In un’intercettazione telefonica Sputazzella ha mostrato la sua rabbia causata da dissidio interno al clan: “Io mo’ mi metto sotto al palazzo, appena vendi un pezzo ti uccido. Mi deve morire il figlio mio ti uccido… Non ti pigliare i clienti di quello perché ti uccido!”.
Sputazella è indagato per essere stato l’esecutore materiale dell’agguato così come avrebbe rivendicato in un’altra telefonata, partita poche ore dopo, ad un suo amico: “Ho sparato a tuo cugino!”. Dall’analisi delle immagini della videosorveglianza comunale, gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica, il luogo e il momento in cui si è verificato il raid armato così come l’identificazione dell’autore materiale.
Agguato a Pomigliano, i clan erano in guerra per lo spaccio di droga