Nella giornata di ieri, la Polizia di Stato ha arrestato tre minorenni, di cui due già gravati da altra misura cautelare ed un terzo che era in stato di libertà. Le accuse sono di tentato omicidio aggravato, detenzione di armi da sparo, furto con strappo, ricettazione e lesioni.
La complessa attività di indagine, esperita dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, ha consentito di accertare che, tra i mesi di maggio e luglio di quest’anno, gli indagati si erano resi protagonisti di gravi fatti di sangue commessi mediante l’utilizzo di armi da fuoco nonché di reati contro il patrimonio tra i quartieri Vicaria, Vasto ed Arenaccia in luoghi affollati di giovani.
Nello specifico, gli indagati, oltre ad aver commesso furti con strappo in danno di turisti e cittadini, in zone centrali della città, utilizzando veicoli provento di furto e a bordo di motorini provento di pregresse rapine avevano esploso più colpi di pistola, nel cuore della notte, in danno di soggetti completamente estranei ad ambienti criminali.
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Due ragazzi sono stati indagati per l’omicidio di Emanuele Tufano. Secondo la ricostruzione della sezione Omicidi della Squadra Mobile (dirigente Giovanni Leuci e vice questore Luigi Vissicchio) a fare fuoco sarebbe stato un 15enne di rione Mercato, lo stesso che è stato sottoposto a un lungo interrogatorio la notte scorsa.
Ad essere indagato con l’accusa di porto di armi, anche un minore di 17 anni anche in questo caso ritenuto responsabile del concorso in armi. Il primo, secondo quanto sta emergendo, avrebbe fatto fuoco ma, per come ha dichiarato, in risposta a degli spari provenienti dal gruppo di otto scooter incrociato in Vico Parrettari. Non è chiaro se si sia trattato di incontro fortuito o se i due gruppi si siano dati appuntamento.
Omicidio di Emanuele Tufano, 15enne rilasciato dopo l’interrogatorio: aveva già accoltellato
Un interrogatorio fiume conclusosi solo poche ore fa. È stato rilasciato il 15enne di piazza Mercato interrogato in nottata dagli uomini della sezione Omicidi della squadra mobile (dirigente Giovanni Leuci e coordinati dal vicequestore Luigi Vissicchio). Il giovane sarebbe stato identificato grazie ad una delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato il raid costato la vita a Emanuele Tufano. La versione del ragazzo è agli atti insieme a quella di altri soggetti sospettati già ascoltati dagli inquirenti nel corso di una indagine condotta dalla Procura di Napoli e dalla Procura dei minori.
Al momento non ci sono gli estremi per l’emissione di un decreto di fermo, tutte le testimonianze e le versioni sono al vaglio degli inquirenti anche se l’ipotesi più accreditata è quella di un incontro trappola poi degenerato e costato la vita al 15enne della Sanità.


