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lunedì, Maggio 6, 2024
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Fine della latitanza per il boss della ‘famiglia’ di camorra, si è costituito

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Il 7 marzo Dario Federico si è consegnato presso la caserma dei carabinieri a Nocera Inferiore, dopo essere sfuggito all’arresto nel maxi blitz risalente allo scorso 16 febbraio.
Il 49enne era in compagnia dei legali difensori Teresa Sorrentino e Francesco Schettino. Secondo gli investigatori l’ex latitante, originario di Boscoreale, è ritenuto al vertice del nuovo clan ‘La Famiglia’ attivo a Scafati e in vari comuni limitrofi.

LA FAMIGLIA DI CAMORRA

Il nuovo clan di camorra si sarebbe affermato per via dei vincoli di parentela che legano i principali indagati al cui vertice al quale si pone Federico, come scrive il GIP, “Già condannato quale capo e promotore di una associazione per delinquere di stampo mafioso nel 2007 […] spostava i suoi interessi criminali dalla storica allocazione in Pompei e Boscoreale, assumendo il controllo criminale del territorio di Scafati” insieme al pregiudicato Salvatore Di Paolo. Il provvedimento ha ritenuto la sussistenza, allo stato, di gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati per aver costituito un clan di camorra autodefinito famiglia.

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L’INDAGINE

Il 16 febbraio i Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, unitamente ai militari del Comando Provinciale di Salerno, del Gruppo di Torre Annunziata e delle Compagnie Carabinieri di Ferrara e Potenza hanno eseguito una Ordinanza di Custodia Cautelare – emessa dal GIP di Salerno su richiesta di questa Procura – nei confronti di 36 soggetti componenti di un’associazione a delinquere di tipo mafioso operante nell’Agro Nocerino Sarnese e nella provincia di Napoli.

DA TORRE ANNUNZIATA A SCAFATI

Secondo l’ipotesi accusatoria il clan, in virtù della forza intimidatrice fornita anche dalla
disponibilità delle armi da fuoco principalmente approvvigionate da Domenico
Tamarisco, esponente del clan Nardiello di Torre Annunziata, gestiva le piazze di
spaccio di Scafati e zone limitrofe, controllava le piazze di spaccio di larga zona del comune di Scafati, dedicandosi anche ad attività estorsive sul medesimo territorio e nelle zone confinanti.

IL VUOTO DI POTERE

Secondo la ricostruzione accusatoria, condivisa dal GIP, il gruppo, già oggetto di
precedenti indagini da parte di altro Ufficio giudiziario in quanto operante nel Distretto di
Napoli e segnatamente nelle zone di Pompei e di Castellammare di Stabia, si era trasferito nel contiguo territorio di Scafati, a seguito del vuoto di potere correlato all’arresto eseguito nel dicembre del 2021, su richiesta di questa DDA, di presunti esponenti di un gruppo mafioso collegato a Franchino Matrone, acquisendo una supremazia sugli altri gruppi criminali operanti sul medesimo territorio, tanto da essere chiamato ad intervenire per regolare le competenze territoriali camorristiche e dirimere e di gli “sgarri” attuati da altri gruppi che avessero sconfinato dai territori di insediamento.

Sgominata la nuova famiglia di camorra, 31 arresti e sequestro milionario

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