Si è avvalso della facoltà di non rispondere dinnanzi al gip Luigi Carella, ras del Berlingieri in quota Licciardi. Carella, difeso dall’avvocato Michele Caiafa, ha infatti fatto scena muta nel corso dell’interrogatorio di garanzia. La palla adesso passa al Riesame. L’uomo è stato arrestato due giorni fa dai carabinieri dei nuclei investigativi di Napoli e di Castello di Cisterna insieme con i militari della compagnia Napoli-Stella.
Le forze dell’ordine gli hanno notificato un’ordinanza di cusdtodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuae antimafia: i reati ipotizzati nei suoi confronti sono quelli di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata in quanto commessa per agevolare il clan Licciardi, componente di rango della federazione mafiosa chiamata Alleanza di Secondigliano che, nel capoluogo partenopeo, fa affari illeciti nella zona della Masseria Cardone (la roccaforte dei Licciardi) e nei rioni Berlingieri, Don Guanella e Vasto della città.
A Carella viene anche contestato l’accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. L’estorsione aggravata che viene contestata risale invece al 2021: secondo quanto emerso dalle indagini Carella, su mandato diretto di Maria Licciardi, (arrestata il 7 agosto 2021 nell’aeroporto di Ciampino, mentre si stava recando all’estero, e oggi detenuta al carcere duro) avrebbe costretto il proprietario di un garage di Secondigliano a pagare il pizzo: il clan della Vinella Grassi aveva imposto una tangente da 15mila euro al titolare dell’esercizio commerciale poi ridotti a 3mila grazie alla mediazione di Carella, e quindi della famiglia Licciardi, che mirava all’acquisizione delle quote societarie del garage.