Ha iniziato a collaborare con la giustizia il 13 maggio del 2014, da allora Antonio Iovine, ex boss dei Casalesi ha ricostruito molteplici dinamiche del clan dell’Agro Aversano permettendo l’apertura di altrettante inchieste. Iovine ha iniziato la sua collaborazione – dice – per avere un futuro migliore e dare una svolta alla sua vita.
«Fui affiliato al clan dei casalesi con la pungitura nel 1985, lo stesso giorno dell’omicidio Di Nuvoletta», dice Iovine, che racconta la cerimonia con la quale entrò a far parte del clan dei casalesi. «Ad affiliarmi – continua – furono Antonio Bardellino e Vincenzo De Falco. Mi punsero un dito e fecero cadere alcune gocce di sangue su un santino. Pronunciai un giuramento le cui parole esatte non ricordo, ma nel quale mi impegnavo a non tradire il clan». «Ho commesso tanti omicidi, non li ricordo tutti», ha affermato Iovine provando a fare il conto delle persone da lui uccise, ma non è stato in grado di ricordarle tutte. Il pentito si è soffermato in particolare sul primo omicidio al quale prese parte, quello di Ciro Nuvoletta, fratello del boss di Marano Aniello. L’omicidio, ha spiegato Iovine, rientrava nello scontro tra i mafiosi corleonesi, alleati dei Nuvoletta, e il gruppo dei casalesi. I siciliani avrebbero voluto che Antonio Bardellino uccidesse Tommaso Buscetta, ma Bardellino si rifiutò: per questo motivo, ha aggiunto Iovine, egli stesso fu poi assassinato in Brasile.