Il clan Cifariello-Cancello è ritenuto il nuovo clan egemone a Scampia. Stamattina sono scattate le manette per Cristian Iandolo, Maurizio Cancello, Antonio Emmausso, Elia Cancello, Ferdinando Cifariello e per altre due persone. La Polizia di Stato ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Le accuse contro il clan Cifariello-Cancello
I ras e gli affiliati sono accusati, a vario titolo, dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, occupazione arbitraria di edifici, riciclaggio, estorsione, rapina e lesioni personali, tutti aggravati dalla metodologia mafiosa.
Le indagini, coordinate dalla DDA partenopea e condotte dalla Squadra Mobile con l’ausilio del Commissariato Scampia, hanno svelato estorsioni particolarmente violente. L’obiettivo dei malviventi era appropriarsi della casa popolare nella regolare disponibilità di una famiglia di Scampia. Prima il clan avrebbe tentato di minacciare la famiglia, aspettando i suoi membri sotto il palazzo, armati di mazze, successivamente avrebbe sequestrato il titolare dell’immobile affinché, come forma di riscatto, i suoi familiari consegnassero le chiavi della casa al clan.
Dopo aver capito che i camorristi stavano chiedendo di lui ai suoi familiari, il capofamiglia avrebbe raggiunto la sala scommesse, covo dell’organizzazione, per chiedere spiegazioni. Arrivato all’incontro, insieme al figlio, l’uomo sarebbe stato minacciato affinché liberasse il suo appartamento entro un’ora. Infine sarebbe stato sequestrato all’interno della sala scommesse in attesa che il figlio, lasciato libero di andare ad avvisare i familiari, consegnasse le chiavi della casa.
Alcuni giorni dopo le vittime avrebbero avuto modo di constatare come nel loro appartamento si fosse insediato abusivamente un ras con la sua famiglia. Oltre alla casa, la famiglia avrebbe perso i vestiti, sfoggiati dagli intrusi senza alcuna remora.
“Dammi le chiavi”, sequestrato a Scampia in cambio della casa popolare


