Capri schiacciata dal turismo di massa. Interviene il sindaco con nuove norme per garantire il benessere dei cittadini dell’isola.
Il sindaco
«Siamo arrivati al limite. Occorre bloccare gli sbarchi sull’isola e adottare nuove regole. Avanti così non si può andare: gli arrivi vanno almeno dimezzati». Paolo
Falco, sindaco di Capri, è deciso. «Siamo alle prese con un settembre esplosivo: sabato abbiamo avuto 31 mila sbarchi. Stiamo documentando tutto e siamo giunti alla matematica conclusione che siamo oltre i limiti e non riusciamo a sostenere un tale assalto. Servizi logistici, trasporti, Asl, polizia municipale e forze dell’ordine danno il massimo, ma non sono sufficienti per un tale affollamento. Se poi analizziamo la cosa qualitativamente, in alcuni casi ci sono turisti che pagano anche 300 euro per circa 2 ore di visita lampo.
«A Capri non può venire cosi tanta gente in cosi poco tempo – aggiunge il vicesindaco Bozzaotre -. “Preservare bellezza, sicurezza e vivibilità del territorio è una necessità assoluta che ha la priorità rispetto agli interessi seppur legittimi delle compagnie di navigazione».
«La tempistica del piano accosti va rivista – spiega Falco -. Attualmente è consentito l’attracco di una nave ogni 10 minuti. L’ordinanza va cambiata e l’intervallo portato almeno a 20 minuti. Questa ordinanza è del 1999 e i tempi sono cambiati: all’epoca da ogni nave sbarcavano 2-300 persone. Ora il numero è raddoppiato e in un’ora arrivano sull’isola 3-4.000 persone. Tecnicamente la Capitaneria non trova irregolarità se veri gli accosti, ma nei fatti sull’isola si riversa almeno il doppio di persone che sarebbe possibile tollerare».
I numeri, il tema è sempre quello. «Stiamo lavorando per capire qual è effettivamente il peso che Capri può sopportare. Dipende da molte variabili — osserva il sindaco —. Quello della capienza è un limite da studiare, ma certo la situazione attuale è insostenibile e l’emergenza legata all’ordine pubblico è continua». «La nostra decisione – avverte il sindaco – è quella di difendere la vivibilità di Capri, i diritti dei residenti e dei turisti. E garantire la sicurezza per tutti. Non mi piace si parli di numero chiuso, ma di rallentamento degli sbarchi senz’altro sì. Dobbiamo individuare standard sostenibili e procedere su una strada possibile».