Lo scorso 8 dicembre, un fatto di cronaca destò particolare scalpore. A Castellammare di Stabia, ignoti montarono un patibolo in stile medioevale: come quelli che si vedono nei film, per intenderci. Il fantasioso sforzo non ebbe certo scopi artistici e non si voleva rievocare alcuna usanza storica locale. Era un rogo e ad essere bruciato fu un manichino con addosso vestiti moderni. Era un messaggio chiaro ed evidente ai pentiti delle case popolari del Rione Moscarella e a quelli delle altre zone della città. Un monito, un avvertimento: parlare può far male. I video fecero il giro della Campania, sconvolgendo l’opinione pubblica. Nei giorni seguenti, il Comune di Castellammare chiamò i propri cittadini in corteo per dire “no alla camorra”. Il corteo fu un flop.
Case popolari occupate abusivamente: la scoperta dopo il rogo del “manichino pentito”
Quel rogo, però, ebbe un effetto positivo inaspettato. Nelle ore successive all’incendio del “manichino pentito”, le forze dell’ordine perquisirono molti appartamenti, non solo nel Rione Moscarella. Dai controlli e dalle perquisizioni emerse che alcune case popolari erano occupate abusivamente. Questa mattina, dunque, sono scattati gli sgomberi, con tanto di scorta alle operazioni. Nei prossimi giorni, oltre agli sgomberi nel Rione Moscarella, scatteranno sfratti coatti anche in altre zone della città. Appartamenti che, poi, il Comune provvederà ad assegnare agli aventi diritto. Non una buona mossa quella di bruciare un manichino alla medioevale maniera, insomma.