Quelli di Antonio Passarelli non è un nome nuovo agli inquirenti. Tra il 2017 e il 2018 compariva tra i soggetti indagati nella maxi operazione Omphalos contro i clan dell’area a Nord di Napoli.
Omphalos fu battezzata l’operazione dalle Fiamme Gialle, il termine in greco significa ombelico: com’era appunto considerato il ruolo di Passarelli, attraverso il quale passavano tutti i capitali dei clan. Tali collusioni consentivano ai clan «di raggiungere due distinti obiettivi. Per un verso, il passaggio di mano di somme di denaro e di quote societarie rendeva difficoltosa, se non impossibile, l’individuazione delle originarie provviste poi utilizzate per le operazioni di investimenti; per un altro verso, questi investimenti, generavano un immenso patrimonio societario ed immobiliare nella disponibilità del cartello criminale ».
Dopo 5 anni la guardia di finanza ha smantellato il suo tesoro, ponendo sotto sequestro un vasto patrimonio mobiliare e immobiliare, del valore di oltre 290 milioni di euro. L’imprenditore, Antonio Passarelli, 65 anni, era attualmente ai domiciliari, accusato di avere riciclato ingenti somme di denaro per contro di diversi clan camorristici campani (clan Puca, clan Di Lauro, Scissionisti, clan Mallardo, clan Verde e clan Perfetto) diventando, secondo gli inquirenti, un vero e proprio catalizzatore degli interessi criminali in vari settori commerciali, primo fra tutti proprio quello degli investimenti immobiliari
