Un buon drink ad accompagnare un piatto gourmet e con la possibilità di servire anche droga o mettere a disposizione dei clienti escort. È quanto hanno scoperto le Fiamme Gialle che hanno sequestrato la Gintoneria di via Napo Torriani a Milano.
In manette sono finiti la figlia di Wanna Marchi, Stefania Nobile, e Davide Lacerenza, il suo ex compagno e titolare della “Gintoneria”, locale vip finito nel mirino del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf. I due, assieme a un factotum, anch’egli in arresto ai domiciliari, avrebbero procurato ragazze e droga ad una serie di clienti. Le indagini, che hanno portato anche a mettere i sigilli al locale, sono partite dagli accertamenti su Segnalazioni per Operazioni Sospette per l’approfondimento di ipotesi di riciclaggio.
Secondo gli investigatori, oltre alla somministrazione di bevande e piatti gourmet, i tre avrebbero offerto alla propria clientela sostanze stupefacenti e la possibilità di usufruire di prestazioni sessuali rese da escort. I tre sono accusati, a vario titolo, autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Disposto anche il sequestro di beni per oltre 900mila euro ritenuti il provento dell’auto riciclaggio.
Chi è Davide Lacerenza
Davide Lacerenza, che vanta 250mila follower su Instagram e noto per video in cui si riprende con Ferrari, contanti e champagne, è il titolare della Gintoneria ed è noto per aver trasformato il locale, famoso per i suoi cocktail ricercati, in un punto di riferimento per la movida milanese, frequentato da vip e imprenditori: da Giuseppe Cruciani, conduttore della nota trasmissione radiofonica La Zanzara, a cui Lacerenza ha partecipato più volte come ospite, a Nevio Lo Stirato e Filippo Romeo, in arte Champagne e fratello del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo; poi ancora Aída Yespica e molti altri.
Le intercettazioni e il presunto coinvolgimento delle forze dell’ordine
Spuntano anche intercettazioni in cui si fa riferimento a rappresentanti delle forze dell’ordine che sarebbero stati clienti del presunto giro di prostituzione e droga messo in piedi da Davide Lacerenza e Stefania Nobile.
Nell’ordinanza si fa riferimento, ad esempio, ad un militare della Gdf a cui Lacerenza avrebbe offerto prostitute gratuitamente probabilmente in cambio di favori, su cui sono ancora in corso accertamenti. Altri rappresentanti delle forze dell’ordine, inoltre, da quanto si è saputo, sarebbero stati in contatto con Lacerenza per i suoi servizi illeciti.
Nelle intercettazioni, in cui prevalgono il linguaggio scurrile e gli insulti e con molti riferimenti trash, le ragazze vengono spesso chiamate ‘cavalli’ e in un caso si parla anche di una minorenne. La prostituzione minorile, però, non è contestata nell’ordinanza.
Uno dei clienti, poi, viene chiamato, sempre nelle conversazioni, ‘sindaco ricco’, un’espressione non meglio precisata negli atti. Atti nei quali i clienti non vengono mai identificati, ma i loro nomi sono o puntati od omissati. Si parla di clienti svizzeri (uno avrebbe speso 40mila euro solo per delle bottiglie) o di Dubai.
Sempre nelle intercettazioni, Lacerenza si vantava spesso che il suo locale veniva preferito rispetto ad altri milanesi, perché nel suo c’erano in proporzione due prostitute per ogni cliente.
Nelle sue osservazioni sulle esigenze cautelari la gip fa notare, oltre alla sinergia negli affari illeciti tra Nobile e Lacerenza, i rapporti di fiducia che quest’ultimo ha con esponenti delle forze dell’ordine, tanto che un militare della Gdf lo avrebbe anche avvisato di un’indagine nei suoi confronti. Oltre al pericolo di reiterazione dei reati, la giudice evidenzia pure quello di inquinamento probatorio, anche perché uno dei clienti, sentito assieme ad un altro come teste (i verbali sono nell’ordinanza), avrebbe avvisato i due che era stato ascoltato proprio nelle indagini.
Anche Nobile, stando alle intercettazioni, avrebbe saputo di possibili indagini su di loro da un appartenente alla Polizia.
Malgrado, però, Lacerenza fosse già consapevole dell’inchiesta in corso, fa notare la giudice, aveva girato con Andrea Dipre, non indagato e noto youtuber, un video, il 31 gennaio scorso, nel quale consumava cocaina dentro la Gintoneria.
Nell’ordinanza sono riportate le testimonianze di una delle prostitute – che ha descritto l’accordo che c’era tra Lacerenza e le ragazze (chiedeva anche che avessero rapporti con lui) – e anche di un imprenditore trentino, di cui non viene indicato il nome. Viene omesso anche il nome di quella che è definita negli atti una nota influencer, non indagata e a cui Lacerenza avrebbe offerto cocaina in un’occasione. Infine, come sintetizzato nel provvedimento del gip, Nobile odiava, in realtà, le escort e le chiamava sempre drogate.
Offerte ai clienti droga ed escort
Il costo delle serate a base di champagne, cocaina ed escort, che sarebbero state organizzate dalla Gintoneria andava dai 3 mila ai 10 mila euro e uno dei clienti più assidui e facoltosi in tre anni e mezzo – dal 2020 al settembre 2023 – ha versato oltre 641 mila euro.
Il cliente, sentito come testimone, ha ricostruito, riporta l’ordinanza, come funzionava il servizio a pagamento offerto dalla Gintoneria.
Ha spiegato che Stefania Nobile si occupava della gestione economica e amministrativa, mentre Lacerenza era colui che organizzava e si occupava operativamente delle serate e della droga. E che lui pagava lo champagne mentre il prezzo della prestazione lo avrebbe concordato direttamente con la ragazza di turno a cui dava denaro contante.
In più l’habitué del bistrot di via Napo Torriani di ‘La Malmaison’, il locale la cui serranda veniva alzata in genere dopo le 2, quando chiudeva per legge la Gintoneria.
Si trattava di un privè solo per clienti facoltosi che sono disposti a spendere dai 5 mila euro in su. Era soprannominato locale rosa per il colore della moquette, ha detto il testimone, e ha un soppalco con divani dove i clienti si appartavano con le escort ed è dotato di telecamere. Una volta che entravano i clienti, per altro consapevoli di essere ripresi, la saracinesca veniva richiusa.
La descrizione offerta dall’uomo ha trovato riscontro nei video postati sui social in cui sono state caricate innumerevoli storie del genere.
A far partire gli accertamenti della Gdf e della Procura milanese sono stati i versamenti delle ingenti somme sui conti riconducibili a Lacerenza con causale ‘champagne’.
Sempre dall’ordinanza risulta che gli investigatori della Gdf per un periodo dello scorso anno hanno piazzato microspie nella Gintoneria, in sostanza raccogliendo elementi su quel presunto giro di droga e prostitute, su cui, tra l’altro, come spiega la gip Di Fazio, alcuni riferimenti comparivano già pure nei video postati sui social da Lacerenza.
Tra l’altro, quando oggi gli investigatori hanno eseguito le perquisizioni e i sequestri, mettendo anche i sigilli alla Gintoneria, hanno trovato nei locali, da quanto si è saputo, pure un piatto con della cocaina. Tantissime le intercettazioni in cui si fa riferimento allo sniffare la droga che viene chiamata spesso in gergo “bamba”.