E’ prevista per domani l’udienza di convalida di Simone Isaia, il clochard 32enne ritenuto dalla Polizia e dalla Procura di Napoli l’autore del rogo che ha mandato in cenere la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, a Napoli.
L’uomo, originario della provincia, è stato fermato dalla Polizia con le accuse di incendio e distruzione di beni culturali.
Finora ha negato di essere l’autore del rogo ma gli investigatori ritengono che sia l’uomo – ripreso all’alba di mercoledì dalle telecamere dei sistemi di videosorveglianza della zona – che appicca le fiamme, sembrerebbe con un accendino. Ha alle spalle una vita travagliata e problemi mentali.
È Simone Isaia, il 32enne originario di Casalnuovo sottoposto a fermo perché sospettato di aver appiccato l’incendio che ha distrutto all’alba di mercoledì 12 luglio «La Venere degli Stracci», l’installazione artistica di Michelangelo Pistoletto sistemata da un paio di settimane in piazza Municipio, lì dove avrebbe dovuto trovarsi fino a dicembre.
Per dar fuoco all’opera d’arte l’uomo avrebbe utilizzato presumibilmente un accendino, uno dei cinque che aveva nelle tasche insieme a due telefoni cellulari. Agli agenti di polizia che lo hanno fermato ha detto di non essere il responsabile del rogo, di non essere stato lui. Ha negato ogni addebito, riferendo di non sapere nulla dell’incendio. Ma il cerchio attorno al 32enne si è chiuso grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza nella piazza del Comune. In quel video di circa tre minuti, che a margine marca l’orario delle 5:30 del mattino di mercoledì, si nota un uomo che si avvicina a piedi e appiccare il rogo, per poi sparire.
L’uomo è stato fermato presso una mensa in via Marina a Napoli, negando agli agenti di polizia ogni addebito relativo al rogo dell’opera di Pistoletto, aggiungendo di non sapere nulla dell’accaduto. Ma sono le telecamere che incastrano il 34enne, immortalato mentre giunge intorno alle 5.30 a piedi nelle vicinanze dell’opera in piazza Municipio, prima di estrarre un accendino e dare fuoco ai vestiti, che con il caldo e il vento hanno alimentato le fiamme.

