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“Ci chiamarono volta bandiera”, la spaccatura nei Marsicano e la nuova guerra a Pianura

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Una spaccatura vera e propria. Descritta nei minimi particolari da Domenico Di Napoli che, poche settimane dopo essere stato arrestato per l’omicidio di Gennaro Ramondino, ha deciso di passare dalla parte dello Stato. Nel farlo ha consentito agli inquirenti di ricostruire gli ultimi mesi di faida a Pianura fornendo un ritratto particolareggiato di tutti i protagonisti. A cominciare dai capi, Emanuele Marsicano e Carlo Esposito, e di personaggi come Carlo Pulicati spiegando anche retroscena inediti. Interessanti le rivelazioni su quest’ultimo:”Lui già dall’anno 2020 faceva parte del clan Esposito-Calone-Marsicano, ritirava le quote dalle piazze di spaccio, partecipava alle stese di cui una fatta insieme unitamente a Minopoli
Fabio, Emanuele Marsicano, nell’occasione era il 2020 e la stessa fu fatta giù la strada dei Pisani
contro Loffredo Umberto che prima stava con noi e poi passò con Maurizio Legnante. Loffredo Umberto aveva fatto una stesa nei confronti di Emanuele Marsicano e per tale motivo noi rispondemmo. Carlo Pulicati aveva sempre un’arma con sé e ricordo che una volta mentre io ero in carcere fui contattato da Minopoli Fabio che mi disse che Carlo Pulicati in un’occasione si
era sparato al volto da solo. Questo accadeva nella piazza di spaccio che avevamo in via Comunale
Napoli numero 93. So che faceva anche estorsioni ai commercianti come quella fatta alle pompe funebri, ma su
questa circostanza non so altro. Nell’ultimo periodo quando io ero libero e lui stava agli arresti domiciliari abbiamo avuto vari diverbi in quanto lui mi contattava e mi diceva che io e Santagata eravamo dei volta bandiera
perché ci eravamo allontanati dal clan Marsicano. Pulicati mentre era detenuto agli arresti domiciliari, nel mese di luglio/agosto 2024, pretese dei soldi da una piazza di spaccio e ricordo che io e Santagata eravamo in piscina con le
nostre famiglie a Bacoli perché era domenica. Fummo contattati dal gestore della piazza disse che aveva ricevuto questa richiesta estorsiva da
Pulicati Carlo. Nell’occasione io lo contattai e gli dissi che non doveva comportarsi così, con le piazze di spaccio di Pianura perché lui stava lontano e che se avesse avuto bisogno di soldi
avrei potuto portaglieli io, ma lui non mi ha mai detto dove si trovasse”.

L’articolo precedente. Così è scoppiata la nuova faida di Pianura

Una scissione vera e propria. Quella scoppiata nei mesi scorsi a Pianura e illustrata ai magistrati da Domenico Di Napoli, arrestato qualche mese fa in relazione all’omicidio di Gennaro Ramondino e da qualche settimana neo collaboratore di giustizia. In uno dei suoi primi verbali Di Napoli ha spiegato come è nata la guerra e offerto un organigramma completo degli Esposito-Marsicano spiegando le ragioni che hanno portato lui e Massimo Santagata a staccarsi dal loro gruppo. Particolari sono le rivelazioni su Carlo Esposito e sul ruolo delle donne del clan:”Durante le conversazioni con i due detenuti chiesi alla moglie di Carlo Esposito come stavano le cose a Pianura
e loro mi dissero che erano rimasti fuori dal carcere,Santagata Massimiliano e Cuciniello
Vincenzo e che bisognava riorganizzare il gruppo perché in quel momento gli unici soldi che si riuscivano a recuperare erano 2.500 euro a settimana, dalla piazza di spaccio dei D’Anna e che servivano
anche per mantenere i detenuti e che in quel momento Pianura era comandata da Patrizio Cuffaro affiliato ai Carillo-Perfetto del clan di Salvatore Marfella Nell’occasione Carlo Esposito mi disse che aveva della cocaina conservata e mi chiese di acquistarla cosi come stava già facendo Massimiliano Sant’Agata, per aiutarli economicamente. dal momento che il prezzo era molto alto e
cioè di 43,00 euro al grammo, io ne acquistai solamente 100 grammi. Dopo ci mettemmo insieme io e Santagata e per questo motivo proprio perché non volevamo fare affari criminali con loro, fummo anche minacciati da Carlo Esposito tramite il telefono che questo teneva in carcere abusivamente. Loro pretendevano da noi che corrispondessimo le estorsioni a loro favore dalla nostra piazza di spaccio, ma noi non abbiamo mai aderito a questa richiesta”. E ancora:”In relazione ad Brigida Arillo ricordo che quando io e Santagata le proponemmo di dare
loro 1000 euro a settimana per i carcerati, lei ci rispose che non aveva bisogno di questa “miseria perché
lei teneva le damigiane piene di soldi”

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