Era il 30 ottobre del 2012 quando il Gico di di Roma, che indagava sul clan Mallardo, riuscì a fotografare i partecipanti ad una specie di summit tenuto in uno storico palazzo di piazza Matteotti. A partecipare a quell’incontro fu anche Filippo Caracallo, che lo scorso settembre ha iniziato la sua collaborazione con la giustizia. Attraverso l’ausilio di telecamere piazzate di nascosto, gli investigatori ripresero gli affiliati uscire dal portone del palazzo dove, con molta probabilità, si era svolto un incontro per decidere di business e dinamiche criminali. Secondo quanto riportato dal Gico a quel summit parteciparono Vincenzo d’Alterio (sottoposto ad indagine nell’operazione Bick Sick), Francesco Guarino, Armando Palma e Filippo Caracallo. “L’interesse investigativo di quell’incontro risiedeva, oltre che nelle particolari modalità di svolgimento della riunione, soprattutto nello spessore criminale e nei rispettivi ruoli di rilievo, ricoperti dai convenuti nella consorteria camorristica di riferimento” – scrivono gli uomini del Gico. “l soggetti monitorati, infatti, si intrattenevano a colloquiare all’interno del palazzo, lontano da occhi indiscreti, mentre altri si posizionavano all’esterno del palazzo, sia precedentemente che nel corso del “summit’, con il chiaro intento di effettuare una bonifica preliminare, finalizzata a rilevare eventuali controlli da parte delle forze di polizia, fornendo, contestualmente, una copertura alle persone intervenute”.
Tale “rendez-vous” – secondo i finanzieri – non poteva essere ricondotto ad un normale incontro tra conoscenti, in considerazione delle modalità con cui il medesimo era avvenuto ma, soprattutto, per lo spessore criminale nonché i ruoli ricoperti all’interno dell’organizzazione camorristica. Incontri che si sono poi succeduti anche nelle settimane successive e che hanno poi portato all’esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare.
Vincenzo d’Alterio fu arrestato nel gennaio 2015 ed è stato condannato in Appello a 12 anni di carcere; Armando Palma, invece, è finito in cella per estorsione nel giugno 2017 e condannato a 6 anni e 9 mesi. La storia di Caracallo oramai è nota.