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Cocaina dal Sudamerica, il ruolo dell’ex narcos Carbone e i rapporti con la ndrangheta

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Bruno Carbone è finito nella maxi indagine contro lo spaccio internazionale di cocaina. L’ex narcos è accusato di aver importato un carico di cocaina dal Sudamerica poi arrivato nell’ottobre 2020 nel Porto di Gioia Tauro. Insieme al 48enne napoletano, la Procura di Milano ha accusato Franco Barbaro.

Il 49enne di Platì avrebbe mantenuto i rapporti con le principali fonti di approvvigionamento della cocaina, che acquistava in grandi quantità. Inoltre Barbaro avrebbe deciso il prezzo della droga e gestito i soldi. I trafficanti si sarebbero rivolti a lui per essere autorizzati nelle operazioni di rivendita.

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Blitz contro i narcos

Ieri i finanzieri del Comando Provinciale Milano e del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, su delega della Procura di Milano, eseguivano un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 28 indagati (25 in carcere e 3 ai domiciliari) appartenenti ad un’associazione criminale armata composta da persone organiche alla ‘ndrangheta che, a vario titolo e con il supporto di criminali albanesi, hanno promosso, diretto, finanziato, organizzato e realizzato traffici internazionali di droga.

L’attività investigativa, diretta dalla Procura con il costante coordinamento della Direzione
Nazionale Antimafia, ha permesso di disvelare una triangolazione di accordi tra membri della criminalità organizzata calabrese, lombarda e campana che si occupava dell’importazione dal Sudamerica di grandi quantitativi di droga.

Trema la camorra, si pentono i narcotrafficanti Raffaele Imperiale e Bruno Carbone

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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