La banda dei truffatori ricettava i gioielli e le pietre preziose sottratte alle vittime anziane. Sono stati diversi gli episodi ricostruiti nell’ordinanza di custodia cautelare emessa contro l’organizzazione napoletana. Il capo Alessandro D’Errico poteva contare su due professionisti nel settore della oreficeria: entrambi sono finiti in carcere in seguito all’indagine dalla Procura di Napoli coordinata da Nicola Gratteri.
Chi vendeva i gioielli delle vittime delle truffe
Fabio D’Anna gestiva di fatto un laboratorio orafo a piazza degli Orefici. Secondo le indagini, D’Errico gli vendeva i gioielli. Inoltre nel quartiere Pendino il capo dei truffatori nascondeva gli orologi di lusso in una cassaforte. Importante la conversazione intercettata, nel dicembre 2024, in cui D’Errico chiede a D’Anna: “Non sono niente queste pietre?… Ma li vedi in oro questi così Fabio… non lo so… non è che sono acciaio” e l’interlocutore risponde: “Ma come… sono oro“. L’attività commerciale è stata sequestrata su ordine della Procura di Napoli.
Il secondo complice della banda era Vittorio Esposito, gestore di una gioielleria a San Biagio ai Librai. Anche lui ricettava i gioielli di D’Errico come emerge dall’intercettazione telefonica del dicembre 2024: “Non mi devi dare… no Vittorio mi devi dare 5mila euro… lo sai bene… questa se la metti in vetrina la vendi a 3mila euro”, immediata la risposta di Esposito: “Non posso mettere niente in vetrina…“.
I dettagli sul blitz contro la banda di truffatori
Ieri tra Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Palermo, Brescia, Pavia e Cosenza, i Carabinieri del Comando Provinciale di Genova, con la collaborazione dei Comandi dell’Arma dei territori interessati, eseguivano un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di 21 soggetti.
Sono gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alle truffe in danno di anziani, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio, dei quali 15 destinatari di custodia cautelare in carcere, 2 della custodia cautelare agli arresti domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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