Sono stati tutti condannati i tre componenti della cosiddetta “Banda della Maschera” accusata di aver messo a segno nell’Alto Milanese circa 25 rapine in stile “Gomorra”. Al presunto capo, Jari Viotti, sono stati inflitti 20 anni di carcere, a suo fratello Claudio (accusato di un solo colpo) 3 anni e 2 mesi , mentre il presunto complice Davide Graziano dovrà scontare 10 anni e 8 mesi di reclusione. Il primo è stato anche ritenuto colpevole di tentato omicidio per aver ferito con 6 colpi di arma da fuoco un carabiniere che gli aveva intimato l’alt. Le pene decise dal gup Alfonsa Ferraro sono arrivate al termine del processo in abbreviato e sono state calcolate sulla base dello sconto di un terzo della pena previsto per chi sceglie questo rito alternativo.
Nonostante nessuno di loro avesse origini partenopee, i tre rapinatori amavano emulare i personaggi della nota serie tv di Sky ispirata al best seller di Roberto Saviano. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal pm Luigi Luzi, il copione era sempre lo stesso. Prima delle rapine si caricavano ascoltando musica neomelodica napoletana. Poi, armi in pugno, maschere di lattice sul volto e giubbotti antiproiettili sotto i vestiti, facevano irruzione in banca. Infine la fuga, sempre a bordo di moto di grossa cilindrata rubate.
Affascinati dalla serie tv Gomorra, prima di uno dei loro colpi si caricavano ascoltando musica neomelodica napoletana, pur non avendo alcuna origine partenopea. Colpi che venivano messi a segno facendo irruzione nei vari istituti di credito con lo stesso copione: indossando maschere di lattice, armi in pugno, giubbotti antiproiettile sotto gli abiti per poi fuggire a bordo di moto di grossa cilindrata rubate.
P