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Da telefonista ad appuntato Iovine, il doppio ruolo di Carmela nel call center delle truffe

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Avrebbero costituito un sodalizio criminale stabile, con ruoli ripartiti tra telefonisti e incaricati al ritiro del denaro, Alessandro D’Errico, Antonietta Mascitelli, Carmela Mascitelli, Assunta Olisterno, Maria Robustelli, Giovanni Capretti, Mirco Marchese, Vincenzo Di Balsamo, Antonio Di Balsamo, Carolina Esposito, Maria Palmieri, Domenico Paolone, Riccardo Maisto, Giovanni Stefano Morgavi, Giovanni D’Errico, Tommaso Di Balsamo, Fabio D’Anna, Vittorio Cozzolino, Vittorio Esposito, Immacolata Michelino e Maddalena D’Errico, accusati di aver organizzato un vero e proprio “call center” per colpire persone anziane con truffe seriali.

Un ruolo attivo e stabile all’interno del cosiddetto “call center” delle truffe, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di Carmela Mascitelli, per la quale il giudice ha ritenuto sussistente un gravissimo quadro indiziario in relazione a più capi di imputazione.

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Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Carmela Mascitelli sarebbe stata una delle telefoniste dell’organizzazione, direttamente impegnata nel contattare le potenziali vittime, spesso anziani, qualificandosi falsamente come appartenente alle forze dell’ordine. In particolare, la donna si sarebbe presentata come “Appuntato Iovine”, ruolo ritenuto credibile grazie al riconoscimento della voce da parte degli ufficiali di polizia giudiziaria che seguivano le intercettazioni.

Le indagini hanno documentato una frequentazione quotidiana dei “call center”, considerati la base operativa del sodalizio. Gli spostamenti della donna, dalla zona di via Parma ai vari immobili utilizzati dall’organizzazione, sono stati ricostruiti attraverso intercettazioni telefoniche, celle di aggancio, servizi di pedinamento e immagini di videosorveglianza. In più occasioni Mascitelli è stata ripresa mentre entrava e usciva dagli stabili dove venivano effettuate le chiamate fraudolente.

Determinanti anche le intercettazioni ambientali, nelle quali altri indagati si rivolgono a lei chiamandola per nome o soprannome, confermandone l’identità e il ruolo. In sottofondo a diverse telefonate destinate alle vittime, si sentono infatti i componenti del gruppo interagire con “Carmela”, coordinando l’attività illecita.

Secondo l’ordinanza, Mascitelli Carmela affiancava stabilmente altri sodali nella ricerca e nell’adescamento delle vittime, partecipando a un numero di episodi ben superiore a quelli formalmente contestati, proprio per la sua presenza costante nei call center. A suo carico emergono anche elementi relativi alla ripartizione dei proventi, con compensi giornalieri o settimanali che, in base alle conversazioni intercettate, variavano in funzione dell’attività svolta.

Un dettaglio che rafforza il quadro accusatorio è la gestione logistica quotidiana, come l’organizzazione dei pasti per il gruppo durante le ore di attività, documentata da chiamate a esercizi commerciali mentre, in sottofondo, altri sodali erano impegnati a fingersi carabinieri o ufficiali per truffare le vittime.

Per il giudice, tutti questi elementi convergono nel delineare una partecipazione consapevole e continuativa di Carmela Mascitelli all’associazione, con un ruolo operativo ben definito all’interno del meccanismo delle truffe telefoniche.

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