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giovedì, Aprile 25, 2024
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Dad annullata in Campania, arriva la contromossa di De Luca. Intanto il Tar spiega le motivazioni della decisione

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Zero commenti in attesa dell’evolversi degli eventi invece da parte dei vertici di Santa Lucia. Compreso il governatore Vincenzo De Luca mai avaro di post. «Tra una settimana vedremo cosa accade», ha detto De Luca ai suoi fedelissimi.

Le motivazioni del Tar Campania

Secondo il Tar Campania “la normativa di rango primario, e dunque sovraordinata rispetto all’eventuale esercizio del potere amministrativo, disciplina in maniera specifica la gestione dei servizi e delle attività didattiche in costanza di pandemia, al fine di ‘prevenire il contagio’ e di garantire, nel contempo, il loro espletamento ‘in presenza’”. Ciò “esclude che possa residuare spazio, nei settori considerati, per l’emanazione di ordinanze contingibili che vengano a regolare diversamente i medesimi settori di attività e che, stante la loro astratta natura ‘contingibile’, presuppongono che non sia possibile individuare una diversa ‘regola’ della concreta fattispecie”.

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Il giudice ricorda che “le ordinanze emergenziali si giustificano nell’ordinamento, e si fanno legge nel caso concreto, solo ove ricorra, oltre all’urgenza, la mancanza di altra regola che abbia previsto la fattispecie e l’abbia regolata”. Non è questo il caso, secondo il Tar Campania, in quanto il decreto legge ha “tenuto conto dell’emergenza specifica” e ha disciplinato il settore scolastico “proprio nel caso preso in considerazione dall’ordinanza impugnata, ossia la permanenza dello stato di emergenza con i suoi connessi e del tutto prevedibili precipitati fattuali (eventuale aumento dei contagi, inevitabile stress-test imposto alle strutture sanitarie, sofferenza del sistema trasportistico)”.

“A ulteriore sostegno della complessiva non ragionevolezza della misura, non risulta siano state assunte misure restrittive di altre attività, il che riporta alla omessa considerazione dell’assoluta necessità della generalizzata misura restrittiva, incidente, allo stato e nonostante la dichiarata esigenza di tutela collettiva, sulla sola frequenza scolastica rispetto alla quale, difformemente dalle scelte legislative, è stata privilegiata l’opzione ‘zero’”. “Le rappresentate difficoltà del sistema sanitario regionale, lungi dal giustificare l’adozione della misura sospensiva – si legge nel decreto – dimostrano piuttosto la carente previsione di adeguate misure preordinate a scongiurare il rischio, ampiamente prevedibile, di ‘collasso’ anche sul sistema dei trasporti; con la conseguente confermata impossibilità di qualificare ‘contingibile’ una misura dichiaratamente volta ad evitare un pericolo ampiamente prevedibile solo a voler considerare il recente passato”.

La Campania non è classificata in “zona rossa” , scrive il Tar Campania, e quindi “il solo dato dell’aumento dei contagi, neppure specificamente riferito alla popolazione scolastica e peraltro neppure certo, e la sola mera possibilità dell’insorgenza di ‘gravi rischi’ predicata in termini di eventualità, non radicano per sé solo la situazione emergenziale, eccezionale e straordinaria che in astratto potrebbe consentire la deroga alla regolamentazione generale”.

“Non risulta peraltro – si legge nel decreto – alcun ‘focolaio’ né alcun rischio specificamente riferito alla popolazione scolastica, generalmente intesa”. Secondo il giudice amministrativo, la sospensione della didattica in presenza decisa dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca “neppure sembra sottendere una compiuta valutazione di ‘adeguatezza e proporzionalità’, non facendosi alcun riferimento, nel provvedimento impugnato, alle contrapposte posizioni soggettive di diritto (all’istruzione, nella sua più ampia estensione, anche formativa della personalità dei minori), anche tenuto conto del sacrificio imposto dalla pregressa prolungata limitazione della didattica, né all’impossibilità di bilanciarle, in maniera appunto ‘adeguata e proporzionata’, con l’evidenziata tutela prioritaria dell’interesse pubblico alla salute collettiva”.

Secondo il Tar Campania “è dubbia anche l’idoneità della misura disposta, tenuto conto della prolungata chiusura connessa alle festività natalizie, che non ha, tuttavia, evitato l’aumento registrato dei contagi”.

 Ritorno in aula oggi in Campania dopo la decisione del Tar che ha sospeso l’ordinanza del governatore De Luca che prorogava il rientro in classe fino alla fine di gennaio.

A Napoli, pareri opposti tra le mamme che hanno accompagnato i figli a scuola, come alla scuola elementare De Amicis, nel quartiere Chiaia. Loro, i bambini, erano invece quelli che manifestavano la maggiore soddisfazione per aver ritrovato i compagni di classe.

Zainetti in spalla e mano nella mano con mamma o papà i bimbi della scuola elementare Vanvitelli hanno così varcato i cancelli della scuola. Ma se sui volti dei bambini solo sorrisi, sebbene qualcuno sia un po’ assonnato, tra i genitori sono diversi gli stati d’animo. “Bene che si sia tornati in classe – dice Paolo, papà di una bimba che frequenta la II elementare – l’anno scorso praticamente è stato quasi del tutto in Dad ed è stato difficile per i più piccoli che dovevano imparare a leggere e scrivere. È da settembre che si stanno davvero abituando ad andare a scuola e comunque le lezioni in Dad non hanno la stessa efficacia di quelle in presenza nonostante il grande impegno degli insegnanti e poi almeno per quanto ci riguarda abbiamo vaccinato nostra figlia e quindi siamo ancora più tranquilli”. (ANSA).

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