Trenta aprile 2014. Entro questa data l’attività di spaccio sul territorio di Giugliano, su ordine del boss Francesco Mallardo, doveva essere portata a termine. La vendita di droga, secondo il capoclan, attirava un’eccessiva presenza delle forze dell’ordine e i Mallardo non potevano permettersi di avere presenze ingombranti tra i piedi che potessero intralciare gli affari illeciti, soprattutto quelli imprenditoriali. L’attività di spaccio inizialmente fu portata avanti col placet di Michele di Biase, Gennaro Catuogno e Francesco Napolitano (appartenenti alla fazione di San Nicola, ndr) e tollerata dal boss Ciccio Mallardo. Quando Carlantonio uscì dal carcere ed ottenne la semilibertà fece arrivare, tramite il capozona, l’imbasciata a Giugliano. “Dal 30 aprile 2014 non voglio vedere più spaccio di droga a Giugliano, chi fa diversamente se ne assume le responsabilità”, disse Ciccio Mallardo promettendo punizioni esemplari a chi intendeva ribellarsi al suo diktat.
Quasi tutti si adeguarono al diktat, tant’è che il gruppo delle Palazzine si buttò su altri affari come quello delle estorsioni. Altri continuarono a vendere droga fuori Giugliano, all’insaputa dei vertici del clan.