Il G.I.P. del tribunale dei Minorenni ha convalidato il fermo dei due 16enni accusati dell’omicidio volontario e aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà del 40enne ghanese picchiato a morte a Pomigliano D’arco. Per i 2 è stato disposto il trasferimento nel carcere minorile di Nisida
«Una morte annunciata. Friederick era finito da tempo del mirino di quella gang. Lo scorso settembre gli stessi ragazzini lo picchiarono davanti al supermercato. Mia madre chiamò soccorsi e carabinieri e quelli scapparono. Questa volta non c’era nessuno a proteggerlo». Lo dichiara a Repubblica Napoli, Amalia Ciancio, 25 anni, ricordando un’altra aggressione, non l’unica, compiuta ai danni del clochard 43enne morto a causa del pestaggio subito domenica sera.
L’atrocità nascosta dietro un braccio alzato con la mano aperta come a dare il cinque per un amichevole saluto che, invece, diventa un pugno chiuso che colpisce con inaudita violenza in pieno volto Friederick Akwasi Adofo, il 43enne senza fissa dimora ghanese ucciso a Pomigliano d’Arco.
Le telecamere che hanno ripreso l’aggressione al clochard svelano anche questo dettaglio: “l’inganno” con cui Friederick viene attirato in una trappola e ucciso a bruciapelo.
Alla fiaccolata, organizzata dal parroco della chiesa San Francesco, don Pasquale Giannino, c’erano tra gli altri, il vicesindaco di Pomigliano, Domenico Leone, oltre ad assessori e consiglieri comunali, i sindaci di Casalnuovo e Castello di Cisterna, il deputato Francesco Emilio Borrelli, ed un gruppetto di immigrati che nel 2011 condivideva l’albergo con il senzatetto pestato a morte nella notte tra domenica e lunedì.