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mercoledì, Luglio 3, 2024
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Cantanti rapinati prima del concerto di Nino D’Angelo: potrebbe centrare l’ultimo arresto

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Troppe coincidente tra lo sfogo social dei fratelli Desideri e il fermo del giovane malvivente avvenuto nelle ultime ore. Coincide il posto, l’ora e l’oggetto: una rapina, quella subita dai giovani cantanti, ma che potrebbe non essere la sola.

Al momento sono solo supposizioni, ma gli inquirenti sono a lavoro per ricostruire quanto accaduto in prossimità dell’uscita di Fuorigrotta lo scorso sabato, quando decine e decine di automobilisti erano incolonnati nel traffico e molti di questi erano diretti verso lo stadio Maradona per assistere al concerto di Nino D’Angelo.

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Nelle scorse ore gli agenti della Questura hanno fermato un giovane, perché ritenuto uno dei banditi che sabato scorso, in sella a diversi scooter, avrebbe messo a segno rapine agli automobilisti in coda nei pressi dello svincolo della tangenziale di Fuorigrotta: il malvivente è stato bloccato dopo essersi presentato in un ospedale della città con una ferita da arma da fuoco alla spalla.
Stanto ad una prima ricostruzione, il ferimento sarebbe dovuto all’esplosione di un colpo di pistola da parte di un poliziotto libero dal servizio, anche lui in sella a un motociclo, che accortosi della presenza dei rapinatori sarebbe entrato in azione inseguendo e poi sparando ad uno dei malviventi.

Pochi minuti prima Giuliano e Salvatore Desideri, che si stavano recando al Maradona per il concerto di Nino D’Angelo, mentre erano incolonnati nel traffico all’uscita della tanfenziale, sono stati affiancati da due giovanisismi in scooter ed uno di questi, sotto la minaccia di una pistola, ha preteso, che gli venissero consegnati gli orologi. A riferirlo sono stati proprio i due cantanti con la pubblicazion di un video sui propri canali social.

Poco dopo, però, si è presentato nell’ospedale CTO della città un giovane, con una ferita d’arma da fuoco alla spalla destra, che alla fine è stato riconosciuto come uno dei rapinatori di automobilisti in cosa fuggiti dopo l’intervento della Polizia di Stato.

 

“Non avevano nemmeno 16 anni, così non si può vivere”. Adesso sarà agli inquirenti verificare se quelle venute fuori, compresa l’età, siano solo coincidenze o se si tratti della stessa persona. Ad ogni modo è caccia aperta al complice.

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