Cresce l’allarme a Milano dopo la brutale aggressione avvenuta sabato 10 maggio all’alba, quando un uomo è stato accoltellato fuori da un hotel nei pressi della Stazione Centrale. Mentre proseguono le ricerche del responsabile, Emanuele De Maria, detenuto in semilibertà per un precedente femminicidio, si aggrava la preoccupazione per la scomparsa di una collega della vittima, una donna di 51 anni, anch’ella dipendente della struttura alberghiera.
A preoccupare è il destino di Arachchilage Dona Chamila Wijesuriya, cittadina italiana di origine cingalese, che da sabato risulta irreperibile. La donna lavora nel bar dell’hotel Berna, lo stesso in cui erano impiegati sia la vittima dell’aggressione, il barista Hani Fouad Abdelghaffar Nasra, sia il presunto aggressore, Emanuele De Maria, 35 anni, in regime di permesso lavorativo dal carcere di Bollate dove stava scontando una condanna a 15 anni per l’omicidio di una 23enne tunisina avvenuto nel 2016.
La dinamica dell’attacco è agghiacciante: De Maria avrebbe atteso l’arrivo del collega all’alba, davanti all’hotel, e lo avrebbe poi aggredito a coltellate, colpendolo in più punti, tra cui il collo, in prossimità della carotide. Il barista, italiano con origini egiziane e incensurato, è ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Niguarda. L’aggressore, invece, si è dato alla fuga ed è tuttora ricercato.
Ma a preoccupare gli inquirenti è anche la sparizione di Chamila, la collega dei due, che da sabato non dà più notizie di sé. Non si esclude che la sua scomparsa possa essere in qualche modo collegata a De Maria, già noto per un precedente omicidio commesso con modalità simili. Le forze dell’ordine stanno vagliando ogni ipotesi, incluse eventuali relazioni personali tra i tre coinvolti.
Sono state acquisite le immagini delle telecamere dell’hotel e delle vie limitrofe per cercare di ricostruire l’intera sequenza degli eventi e la possibile direzione di fuga di De Maria, così come per cercare tracce utili a rintracciare la donna scomparsa.
