Dichiarazioni del pentito non attendibili e ordinanza di custodia cautelare in carcere annullata per Vincenzo Pernice. Questa la clamorosa decisione presa dal tribunale del Riesame per il ras indicato come uno degli esecutori materiali dell’omicidio di Domenico Gargiulo alias ‘Sicc e penniell’ ritrovato cadavere il 6 settembre del 2019 in viale Zuccarini nel bagagliaio di una Ford C-Max.
Il tribunale della libertà ha accolto le argomentazioni presentate dall’avvocato di Pernice, il penalista Domenico Dello Iacono, che ha evidenziato che le dichiarazioni del pentito Vincenzo Iuorio, che aveva tirato in ballo Pernice asserendo di averlo visto in compagnia di Gargiulo poco prima della sparizione di quest’ultimo, non trovavano riscontro oggettivo.
Gli abiti di Gargiulo
Il legale ha in particolare evidenziato che l’abbigliamento di Gargiulo descritto da Iuorio non corrispondeva agli abiti poi trovati addosso all’uomo nel momento della scoperta del cadavere demolendo di fatto la sua dichiarazione. Proprio aveva spiegato ai magistrati:
«Gargiulo mi disse che gli Abbinante volevano ucciderlo come responsabile delle Case celesti ed era la vendetta per l’assassinio del cugino di Bastone, Roberto Ursillo. So che Abbinante volevano ucciderlo perchè il figlio e i nipoti avevano preso l’ergastolo per la morte di Lino Romano (Gargiulo doveva essere la vittima designata ndr)».
Iuorio poi racconta che alcune ore dopo il delitto fu convocato da Bruno presso la sua abitazione :«Arrivo sotto il palazzo e appena arrivo lui mi fa: ‘Fratm’, mi baciò sulla bocca e disse ‘Si frat a me’. Credo che Antonio Bruno volesse rassicurarmi che era tutto apposto e che non dovevo preoccuparmi. Era un chiaro segno del suo coinvolgimento nel delitto». Gennaro Sautto (un altro degli indagati) era all’estero ma per il collaboratore di giustizia era un modo per crearsi un alibi mentre tra i mandanti viene indicato anche il ras dei Licciardi Antonio Bruno.
