14.1 C
Napoli
martedì, Marzo 19, 2024
PUBBLICITÀ

Don Patriciello scrive alla mamma di Alessandro Impagnatiello: “Ti sbagli, tuo figlio non è un mostro”

PUBBLICITÀ

Don Patriciello, parroco di Caivano, scrive alla madre di Alessandro Impagnatiello, l’uomo in carcere per l’omicidio della compagna, Giulia Tramontano: “Tuo figlio non è un mostro“.

Il parroco di Caivano contraddice la madre di Impagnatiello

L’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne napoletana, incinta al settimo mese, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello a Senago, nel Milanese, ha distrutto due famiglie: quella della vittima e quella del carnefice. La madre di Alessandro, qualche giorno fa, in una intervista in televisione ha definito suo figlio “mostro” per ciò che ha fatto. “Tuo figlio non è un mostro” ci ha tenuto a farle sapere don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano che, sulle pagine del quotidiano Avvenire ha rivolto alla madre di Impagnatiello una lunga lettera.

PUBBLICITÀ

La lettera

La tragedia che ha sconvolto l’Italia supera sé stessa. Se almeno l’assassino fosse un folle, saremmo al riparo dalle sferzate di questa atrocità. Alessandro, però, non è un folle. Ma, allora, che cos’è? ‘Un mostro’ ha detto sua mamma insieme a tanti italiani. Comprendiamo il suo strazio, i sensi di colpa, la sua rabbia. Come i genitori di Giulia, però, anche lei non va lasciata solascrive don Patriciello.

Eppure, Sabrina – continua il parroco – tu non hai generato un mostro, tu hai messo al mondo un uomo. Un uomo mai cresciuto, che dalla bancarella della vita, calpestando gli altri, ha arraffato quanto più ha potuto, in modo lecito e illecito. Un bugiardo incapace di tenere a bada gli istinti, le pulsioni, le passioni. Un uomo che andava aiutato a vivere; che andava educato, non solo da te, ma dalla società che, sovente, abdica a questa sua altissima missione“.

È difficile, lo so. Giulia e Thiago, purtroppo, non torneranno più. Per loro possiamo solo pregare. Per i futuri Thiago e Giulia, invece, possiamo ancora fare tanto. Se solo la smettiamo di essere ciechi, pigri, codardi. Di abdicare al faticoso e gioioso dovere dell’educare prima con l’esempio e solamente dopo con le parole. Fatti coraggio, sorella. Piangi tutte le tue lacrime, è tuo diritto. Continua a chiedere perdono a Giulia e alla sua famiglia, è tuo dovere e ti fa onore. Ma, appena puoi, corri da tuo figlio. Non dirgli niente, sa già tutto. È una persona distrutta, che soffoca in un imbuto senza aria e senza luce. Forza! Supera te stessa, gettagli le braccia al collo. Tienilo stretto a te, come quando, bambino, veniva a ficcarsi di notte nel tuo letto durante un temporale. Piangete insieme. Fagli luce, vaga nel buio più profondo. Si sente un Caino e lo è. Ma tu ricorda che, dopo la morte di Abele, Dio ordinò: «Nessuno tocchi Caino». Il Signore, oggi, ti chiede di affrontare le doglie di un nuovo parto, più doloroso, più angosciante. Accetta. China il capo e rispondi: « Eccomi!».”

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Carabiniere schiaffeggia il fermato, spunta un nuovo e partono nuovi accertamenti

Un altro video dove un uomo, prima di entrare nell'auto di servizio probabilmente per essere portato in caserma, viene...

Nella stessa categoria