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giovedì, Aprile 25, 2024
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Donatella suicida in carcere, in una lettera aveva chiesto aiuto a Maria De Filippi

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Donatella Hodo era una giovane donna di 27 anni, di origini albanesi ma residente in Veneto. Per problemi di droga era finita nel carcere di Montorio. E proprio dal carcere veronese, quattro mesi fa, ha deciso di farla finita. Era la notte tra l’1 e il 2 agosto 2022 e la giovane non trovò la forza di reagire a una crisi di sconforto: si tolse la vita inalando gas dal fornelletto in cella, dopo aver scritto un’ultima lettera d’amore disperato al suo fidanzato. “Leo scusami, ti amo ma non ce la faccio più ad andare avanti”. Parole che hanno lasciato il segno e scosso le coscienze, frasi che hanno indotto un magistrato della Sorveglianza, il giudice Vincenzo Semeraro del Tribunale di Verona, a chiederle “scusa per non averti capita”.

LA LETTERA A MARIA DE FILIPPI

La voglia di rinascita, di cambiare vita da parte della giovane, il suo volersi allontanare dal mondo della droga. Tutto ciò è testimoniato da una lettera, scritta 1 anno e 11 mesi prima del tragico epilogo, indirizzata a Maria De Filippi, la “presentatrice preferita” di Donatella, che sognava di essere invitata in una puntata di “C’è posta per te”. Lettera che, purtroppo, non è mai arrivata alla De Filippi: probabilmente la giovane aveva sbagliato ad indicare l’indirizzo e, dopo un giro a vuoto, è ritornata alla sua casa di Verona, dov’è stata ritrovata da suo padre Nevruz mentre sistemava le cose della figlia dopo la morte. Un ritrovamento che avrà costituito senz’altro un calcio nello stomaco, ma che è stato anche la conferma delle migliori intenzioni da parte della giovane, della sua voglia di cambiare ma che, da sola, non è riuscita a mettere in atto.

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“Maria – si rivolgeva infatti alla conduttrice di Mediasetti prego, ti chiedo di aiutarmi, voglio uscire fuori da tutta questa situazione, voglio smettere con la droga, voglio finire con il carcere, ma ho bisogno di qualcuno che mi dia una possibilità… Ho 26 anni, ho ancora una vita davanti, voglio sistemarmi, avere un futuro, riprendere i rapporti con la mia meravigliosa famiglia… Oggi ho la voglia, il coraggio di voler cambiare, voglio ricominciare e lasciarmi tutto alle spalle, ho bisogno di un aiuto, di trovare un lavoro… voglio vedere gli occhi di mia madre piangere nel vedermi realizzata e non perché sta soffrendo per colpa mia…”.

IL FIGLIO SOTTRATTO A 21 ANNI

Nella lettera indirizzata alla De Filippi, Donatella non nascondeva i propri errori e il suo strazio per essersi vista sottrarre il figlioletto Adam quando aveva 21 anni.

“Nessuno mi stava aiutando, così mi hanno rimessa in carcere e portato via il piccolo. Volevo morire… perché non mi hanno mandata in comunità con il mio piccolo angelo, perché invece mi hanno spezzato il cuore così? Ogni giorno, ora, mi chiedo dov’è, come sta, di che colore sono i suoi occhi e mi sento in colpa per non aver potuto fare niente per lui… non potrò mai dimenticare, mai. Maria, te lo chiedo con il cuore in mano, se hai qualche possibilità di aiutarmi a scontare fuori dal carcere, poi starà a me dimostrare che ce la voglio fare… io ti chiedo di aiutarmi, di darmi una possibilità, so fare tante cose e soprattutto ho ritrovato la voglia di vivere, di recuperare gli anni persi, voglio smetterla di distruggermi con le mie mani. Ora ti saluto, ti mando un abbraccio e aspetto la tua risposta con tutto il cuore”.

I PODCAST DEDICATI ALLA GIOVANE

Così scriveva Donatella il 10 ottobre del 2020 dalla casa circondariale di Montorio, la stessa dove avrebbe poi deciso di farla finita un anno e 11 mesi dopo quella lettera mai arrivata alla De Filippi. E ora che quello scritto è stato recuperato dal papà della 27enne, il commento di “Sbarre di Zucchero”, gruppo nato il giorno dell’addio di Donatella, è che “Siamo tutti Dona, nessuno ci può negare una seconda possibilità. Lei chiedeva aiuto, consapevole dei suoi errori e delle difficoltà. Continueremo a testimoniarvelo, mettendoci la faccia, perché abbiamo pagato, stiamo pagando e la nostra seconda chance ce la andiamo a prendere”. Intanto, realizzato da Carlotta Toschi, è appena uscito anche un podcast, “La storia di Donatella Hodo”.

Una vicenda tragica, su cui in questi giorni avrebbe dovuto pronunciarsi anche la Cassazione, a cui l’ultimo ricorso di Dona, purtroppo, è giunto tardi, troppo tardi per salvarle la vita e darle una speranza.

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