Avevano trasformato il carcere di Carinola in fruttuosa piazza di spaccio dove era possibile acquistare cocaina e hashish, infatti, la droga arrivava attraverso svariati stratagemmi. Questa è l’ipotesi dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato a 9 misure cautelari nei confronti di alcuni detenuti e dei loro parenti. Al vertice dell’organizzazione c’erano Beniamino Cipolletta, esponente dell’omonimo clan di Pomigliano d’Arco, e Angelo Morgillo detto ‘o ragno.
Ai due capo-piazza era legato il 28enne Ivan Ponticelli che avrebbe avuto il compito di far entrare la droga, grazie alla complicità della moglie 26enne Patrizia ‘Patty’ Esposito, e a spacciare. Inoltre il giovane detenuto di Frattamaggiore avrebbe avuto a disposizione, già nel carcere di Benevento, un cellullare con il quale comunicava con la consorte, infatti, in un’intercettazione del dicembre 2022 le avrebbe detto: “Può essere pure che se ci trasferiscono, ci portano più vicino. A Carinola neanche non è buono, cento euro dieci cosi!… Una panetta mille euro“.
Droga nascosta nelle parti intime
C’è un episodio che potrebbe sembrare morboso, invece, restituirebbe l’importanza delle consegne della droga all’interno del penitenziario Gian Battista Novelli. Gli inquirenti si sono soffermati su un colloquio, registrato il 18 aprile del 2023, in cui inizialmente emergerebbero le difficoltà economiche vissute da Patty a fronte della quali avrebbe chiesto un prestito ad una loro parente.
A quel punto il dialogo diventa più esplicito, infatti, il 28enne le ha detto: “Pero, io quella mattina ti feci dare un altro mille euro? Per…” e a quel punto la moglie ha ribattuto: “Eh! Ma io quanti chili di droga mi sono messa nella fessa amore?“. Anche sulla scorta di questo dialogo, la Procura ha accusato Esposito di aver consegnato droga a Ponticelli in cambio di mille euro durante un colloquio avvenuto il 24 marzo 2023.
Spaccio nel carcere di Carinola, l’indagine della Procura
Il 20 marzo 2025 gli agenti del Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria della Campania eseguivano un’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura. Il complesso degli elementi è stato ricavato dalle attività di investigazione, dall’analisi e dei flussi di denaro dei familiari dei detenuti per pagare i pusher, dal sequestro della droga spacciata e da altri accertamenti tecnico-scientifici.
Spaccio di droga in carcere, nuovi guai per i ras di Pomigliano