Le compagne dei detenuti avrebbero usato i loro corpi come involucri così da poter consegnare la droga durante i colloqui al Gian Battista Novelli. Il sistema di Carinola è stato ricostruito anche grazie alle dichiarazioni di un detenuto. Si tratta di un 42enne di Napoli anche lui indagato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nell’ultima inchiesta che ha sgominato il traffico organizzato da Beniamino Cipollletta, ras di Pomigliano detto Mino, e dal suo braccio destro Angelo Morgillo alias ‘o ragno.
“Ha iniziato a gestire la vendita della cocaina e hashish”
Il 42enne è stato ascoltato dagli inquirenti nel maggio del 2023: “Dopo poco tempo arrivò presso la sezione F il detenuto Cipolletta e da quel momento non si è capito nulla. Da quel momento ho iniziato a fare uso di droga del tipo cocaina, la droga, prima che arrivasse Cipolletta mi veniva data dal detenuto B. A. con l’arrivo di Cipolletta lui ha iniziato a gestire tutta la vendita della cocaina e dell’hashish, all’interno del carcere di Carinola“. L’uomo interrogato ha anche ammesso di aver acquistato la cocaina da Cipolletta pagandola 150 euro al grammo.
“La occultavano nella vagina”
Il detenuto napoletano avrebbe fatto luce anche sugli escamotage utilizzati dal gruppo di pusher per portare la droga all’interno del penitenziario casertano: “Entrava tramite colloquio familiare, nello specifico erano le donne, compagne o mogli o altri familiari, che la occultavano nella vagina, queste durante il colloquio chiedevano di andare in bagno la estraevano delle parti intime e la consegnavano al familiare detenuto“.
Complessivamente i pm della Procura si sono avvalsi delle dichiarazione del detenuto napoletano, dei sequestri condotti in carcere e delle conversazioni intercettate dal telefono usato dal ras pomiglianese.
Spaccio nel carcere di Carinola, novi arresti nel blitz
Avevano trasformato il carcere di Carinola in fruttuosa piazza di spaccio dove era possibile acquistare cocaina e hashish, infatti, la sostanze stupefacente arrivava attraverso svariati stratagemmi. Questa è l’ipotesi dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato a 9 misure cautelari nei confronti di alcuni detenuti e dei loro parenti.
“Quanti kg di droga mi sono messa nella f**sa?”, così la donna faceva entrare la droga in carcere