venerdì, Agosto 15, 2025
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Oche usate per dare l’allarme, scoperto il trucco dei narcos pugliesi

Allevavano le oche nei giardini delle case popolari di Salinella poi non appena qualcuno si avvicinava gli animali iniziavano a starnazzare: quello era il segnale di allarme. La fuga sui tetti dei palazzi con le dosi di cocaina ed eroina. A vigilare sul quartier generale del clan Leone ci sarebbero state anche telecamere e vedette. È quanto accertato dall’indagine dei carabinieri di Taranto che, con il coordinamento della Dda di Lecce, hanno arrestato 21 persone: 55 in tutto gli indagati. Un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga che si avvaleva anche di insospettabili.

Droga venduta anche ai detenuti in carcere

La droga arrivava da Bari e Brindisi con vere e proprie staffette sulle statali: una moto in per avvisare dell’eventuale presenza di forze di polizia. Tra le piazze di spaccio non solo Salinella, ma anche Paolo VI e città vecchia. Il gruppo, secondo gli investigatori, si occupava di rifornire di droga anche i detenuti del carcere di Taranto.

I fratelli a capi dell’organizzazione

C’erano tre componenti di una stessa famiglia, il padre e due fratelli, al vertice dell’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti sgominata dai carabinieri stamattina tra le province di Taranto, Bari, Brindisi, Lecce, Foggia e Cosenza. Sono in totale 21 gli arresti sulla base dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Lecce su richiesta della Dda.

Dall’attività investigativa dei militari sarebbe emerso il ruolo dei fratelli Cosimo e Vincenzo Leone, di 23 e 40 anni, “promotori ed organizzatori” dell’associazione. E del loro padre 64enne, Giovanni Leone, che li avrebbe aiutati nella gestione dei presunti traffici illeciti. Le indagini sono iniziate dopo il ritrovamento nel condominio dove viveva il 64enne di oltre un chilo di eroina, materiale per il confezionamento di droga, oltre cinquemila euro in contanti ed una cartuccia inesplosa calibro 380.